Rino: la mia ascia di guerra, al cinema in occasione del 25 aprile

Sarà nelle sale dal 23 aprile, in occasione della Festa della Liberazione (25 aprile), Rino: la mia ascia di guerra, l’ultimo film di Andrea Zambelli, un documentario intimo e forte i cui protagonisti sono Rino, un ex partigiano, e Andrea, il regista. Un ex partigiano e la sua memoria filmata. Un giovane videomaker che l’ha amato e fa i conti con la sua scomparsa, con l’età adulta e con le storie di ribellione che è ancora possibile raccontare attraverso i film.  

Nell'opera trovano spazio la lotta partigiana raccontata dalla voce dell’ex combattente della Resistenza bergamasca; il suo rapporto con Andrea, che per anni l’ha vissuto come un nonno e ha poi cominciato a raccogliere le sue testimonianze; la maturità di Andrea e il suo desiderio di raccontare le ribellioni con i film, proprio a partire dall’esperienza di Rino; il desiderio, come regista, di cercare l’uomo oltre l’“eroe”, anche e soprattutto nei filmati privati che Rino ha accumulato negli anni.
È così che la storia di Rino, ribelle della lotta partigiana ma anche amante della natura e dei cavalli, compagno affiatato di Lina e accumulatore di filmini amatoriali, diventa un’ascia di guerra da disseppellire per Andrea, che si richiama al lavoro del collettivo di scrittori Wu Ming secondo cui, appunto, “le storie non sono che asce di guerra da disseppellire”.

Tra i racconti di Rino filmati negli anni da Andrea, le scene di confronto intimo tra i due e le immagini dei film “ribelli” girati da Andrea in diverse zone del mondo nel corso degli anni, si snoda un documentario che è allo stesso tempo ricerca, riflessione, testimonianza e racconto di un rapporto affettivo profondo.
 
“Rino è stato per me il nonno che non ho mai avuto – ha detto il regista Andrea Zambelli -. Insieme abbiamo iniziato questo film vent'anni fa. Mi ha dato in mano la sua telecamera video8 e con quella ho cominciato a filmarlo quando mi raccontava gli episodi che aveva vissuto come partigiano. Quando lui ha perso la memoria mi sono deciso a terminare il film, cercando in casa sua le VHS e i super8 girati da lui. Mi sono trovato a fare un film sulla memoria con una persona che la memoria non ce l’aveva più. Ma poi la perdita di memoria fisica di Rino è diventata la metafora della perdita di memoria sulla Resistenza dell’intera società. Allora mi sono chiesto: come trasmetterla alle nuove generazioni, che non possono più incontrare i sopravvissuti?”.
 
Il film apre la rassegna Al cuore dei conflitti di Lab 80, fatta di film inediti che raccontano conflitti geo-politici, razziali, urbani, di classe e di genere di diverse zone del mondo. 
In anteprima sarà dunque sabato 23 aprile, alla presenza del regista, all’Auditorium di Bergamo.
Al cuore dei conflitti proseguirà poi fino a giovedì 28 aprile con film mai usciti nelle sale italiane: Mediterranea di Jonas Carpignano su una storia di migrazione tra Burkina Faso, Libia e Italia; Ni le ciel ni la terre di Clément Cogitore  sulla guerra contemporanea in Afghanistan; Une jeunesse Allemande di Jen-Gabriel Périot sulla lotta armata nella Germania degli anni ’70 e La notte delle matite spezzate di Hector Olivera sulla dittatura in Argentina. Quest’ultimo film, unico non inedito (uscì nel 1988) è ispirato alla storia di Pablo Dìaz, unico testimone sopravvissuto ad una strage di studenti a La Plata nel 1976: Pablo Dìaz sarà in sala a presentare il film ed un libro, a sua volta dedicato alla vicenda. Per Al cuore dei conflitti, Dìaz farà tappa anche a Brescia e a Roma.

Rino – la mia ascia di guerra è una coproduzione Lab 80 film, Metavisioni e Rossofuoco. Viene distribuito da Lab 80 film e DistribuzioniDalBasso.