L'ultimo desiderio: al cinema il romanzo di Fulvio Ervas, Finchè c’è Prosecco c’è speranza
Sono iniziate il 17 Ottobre e termineranno il 12 Novembre, le riprese di L'ultimo desiderio (titolo provvisorio), diretto da Antonio Padovan e tratto dal romanzo di Fulvio Ervas, Finchè c’è Prosecco c’è speranza, pubblicato da Marcos y Marcos
L'autore firma anche il soggetto del film, e ne è sceneggiatore insieme allo stesso Padovan e Marco Pettenello. Nel cast Giuseppe Battiston, Rade Serbedzija, Liz Solari, Silvia D’Amico, Roberto Citran, Gisella Burinato, Teco Celio e Babak Karimi. Al cinema nel 2017
Prodotto dalla K+ di Nicola Fedrigoni e Valentina Zanella e realizzato con il sostegno della Treviso Film Commission, L'ultimo desiderio è un giallo che racconta il fascino della terra, l’effervescenza delle bollicine, il conflitto tra avidità e rispetto, è una storia sull’eredità della bellezza e sul valore della qualità.
La pellicola è ambientata tra le colline di Conegliano e Valdobbiadene, dove nasce il prosecco. Sono stati proprio questi luoghi, dove si intrecciano le storie di un conte-vignaiolo che combatte per il suo territorio, un poliziotto italo-persiano più ostinato della nebbia, per metà veneziano e per metà persiano, il direttore di un cementificio e un matto che gratta la ruggine dalle tombe del cimitero, ad ispirare il regista, che racconta: "Dieci anni a New York. Quasi un terzo della mia vita. Poi un giorno mi capita in mano un libro, una storia. Che mi rapisce, come quelle mattine d’autunno che sembrano briciole dimenticate dall’estate. E mi riporta a casa. Torno a osservare le mie colline, dove ho le mie radici. Dove nasce il vino più trendy del momento. Questa volta però lo faccio con uno sguardo inedito, diverso: quello di un ispettore mezzo Veneto e mezzo Persiano. Una storia che diventa una lente d’ingrandimento su una realtà poco esplorata dal cinema Italiano. Un’indagine ricca di commedia e di ragionamenti, sul futuro che vogliamo. Un inno all’andare piano, assaporando la vita, capendola e vivendola fino in fondo. Scaltramente, attraverso il genere giallo e il pretesto del prosecco, questo film racconta in modo nuovo e originale un mondo fuori dagli stereotipi, dai luoghi comuni. Location reali, ma romanticizzate, esaltate da una fotografia lusinghiera, cinematografica, innamorata. Una bellezza in contrasto con comportamenti troppo spesso cinici e spietati, ritratti in modo veritiero, onesto, quasi documentaristico. Temi che mi stanno da sempre a cuore: il rapporto tra generazioni, il viaggio, la diversità. L’amore, ma non banale. Il valore del bello, ma senza presunzione. Una lettera d’amore a un territorio ingarbugliato tra progresso e tradizione, tra eccellenze a vergogne. Una lettera sincera. Scritta con il cuore in mano."
Aggiornamento 22/08/2017
Il titolo del film è modificato con Finché c'è prosecco c'è speranza (lo stesso del libro da cui è tratto)