Caina, opera prima di Stefano Amatucci, arriva in Italia dopo il successo in Stati Uniti, Francia, Inghilterra e Spagna

Dopo l’importante successo internazionale di critica e pubblico - Stati Uniti, Francia, Inghilterra, Spagna, Australia, Argentina, Uruguay, Estonia, Portogallo - approda nelle sale italiane Caina (prodotto da Movieland e distribuito da mOOviOOle), opera prima al cinema di Stefano Amatucci che, dopo una lunga esperienza come regista televisivo (Un posto al sole e La squadra), firma un lavoro estremo e coraggioso sull’orrendo tema dell’immigrazione selvaggia, degli interessi connessi e dell’inevitabile razzismo.

In un presente visionario e distopico, sulle spiagge di un generico Mediterraneo, si consuma la vicenda di Caina, di mestiere trovacadaveri, e il suo rapporto vittima- carnefice con il magrebino Nahiri, al centro di una vera e propria guerra di civiltà. Protagonisti di questo lungometraggio una quasi demoniaca Luisa Amatucci nei panni di Caina; un tenero e, per certi versi, fragile Helmi Dridi nei panni di Nahiri; il realistico Gabriele Saurio nei panni del cinico Taurul. Un’impagabile Isa Danieli, interprete della cinica Signora Ziviello.

La sceneggiatura, firmata dallo stesso Stefano Amatucci e Davide Morganti, è liberamente ispirata dall’omonimo romanzo di Davide Morganti (Ediz. Fandango Libri).

Il film sarà in tour in tutta Italia. La prima tappa è prevista a Roma il 28 maggio al Cinema Farnese alle ore 21.00 alla presenza del regista e del cast. Le altre date già fissatesono: 29 maggio Vicenza, 30 maggio Padova, 31 maggio Bologna, 1 giugno Venezia, 5giugno Napoli, 6 giugno Castellammare, 7 giugno Salerno, 11 giugno Empoli. L'elenco delle date di programmazione è in costante aggiornamento ed è consultabile nella pagina ufficiale del film, nel sito di mOOviOOle.
 
L’idea del film - racconta Stefano Amatucci - nacque nel 2009, la sceneggiatura nel 2010. Una  notizia di cronaca mi colpì molto: la preoccupazione di un sindaco per gli sbarchi che avrebbero rovinato la stagione estiva. Nessuna percezione della tragedia umana. All’epoca, l’immigrazione non era un argomento che interessava particolarmente all’opinione pubblica e ai media. Io cominciai  ad approfondirlo e in breve tempo mi si è aperto un mondo: l’Italia e l’Europa erano sedute su un serbatoio esplosivo e non bisognava essere particolarmente geniali per intuirlo. Poi  lessi Caina  di Davide Morganti, mi folgorò soprattutto la protagonista del romanzo:  la vedevo  esistere realmente, intorno a me,  per strada, nei negozi, in tv, sui social. Caina, purtroppo, esisteva ed esiste, eccome se esiste! Probabilmente sentivo in cuor mio l’esigenza potente, dopo anni di televisione e di televisione commerciale, di dedicare uno spazio della mia vita e della mia creatività ad una riflessione profonda e radicale, senza preconcetti né timori.  Con Morganti abbiamo quindi scritto uno spin-off ispirandoci alla sua protagonista: facendole vivere  una storia, si tragica, ma  calata in una realtà distopica visionaria, allucinata. Una storia che racchiude le angosce dell’uomo comune e la sua ordinaria follia. L’emigrazione, il razzismo e la xenofobia sono diventati una delle malattie, del nostro tempo. Tempo in cui,  si stanno rialzando frontiere ancora più invalicabili e incomunicabili.”
 
Questa la trama: la protagonista in passato era una killer su commissione, uccideva con freddezza e agiva con disprezzo, era specializzata nell’ammazzare gli extracomunitari, perche? il suo e? un animo xenofobo, violento e con un odio viscerale per tutto cio? che non appartiene alla sua lingua, alla sua razza e soprattutto alla sua religione: incarna infatti i luoghi comuni e le paure di chi ha una rozza visone dell’Islam. Ora Lei passa le sue notti in spiaggia dove fa un mestiere particolare, la “trovacadaveri”: il suo compito è quello di raccogliere tutti i corpi annegati degli extracomunitari che dall’Africa cercano di arrivare in Italia e che il mare riversa sulla riva. Lei sente i morti parlare, avere paura, lamentarsi, ne ascolta le sofferenze, le angosce, le delusioni. I cadaveri arenati vengono smaltiti sciogliendoli nel cemento in un centro di smaltimento statale.
Lei guadagna 15 al lordo, su ogni annegato. Nahiri, tunisino, anche lui fa il “trovacadaveri”, ma e? abusivo. Insieme ad un gruppo di immigrati irregolari, per sopravvivere, vanno in giro rubando dalle rive i cadaveri degli immigrati, vendendoli sottobanco al centro di smaltimento grazie alla connivenza della sua dirigente, l’anziana signora Ziviello, che opera nel malaffare. La merce e? difficile da recuperare, cosi? gli abusivi decidono di annegare a mare quelli che arrivano vivi. Nahiri non ci sta e abbandona il gruppo offrendosi di lavorare per Lei sottomettendosi a essa. Si scrutano diffidenti, si annusano come belve. Si scatena tra i due una guerra di civiltà.
Ambedue vivono, pero?, con la costante paura di essere derubati dagli altri abusivi extracomunitari.

Ed ecco il trailer: