5 Gennaio 2018    11:56

flyanto1

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Immancabilmente (e fortunatamente) ritorna sui grandi schermi italiani Woody Allen con la sua ultima opera "La Ruota delle Meraviglie". Il titolo rappresenta il simbolo del luogo dove si svolge la storia e, cioè, Coney Island con il suo grande parco di divertimenti. Ambientato negli anni '50 i protagonisti vivono la propria vita quotidiana alloggiando in un piccolo appartamento proprio di fronte alla suddetta ruota panoramica. Lui (Jim Belushi) è un gestore di giostre con il vizio del bere, lei (Kate Winslet) è la sua seconda compagna che svolge il lavoro di cameriere presso una tavola calda ed ha un figlio adolescente (con seri problemi comportamentali) da un suo precedente matrimonio fallito. Insoddisfatta della sua vita, delusa dalle proprie aspettative di affermarsi come attrice e seriamente preoccupata del tempo che passa e, pertanto, poco incline ad accettare di stare invecchiando, intreccia una relazione amorosa clandestina con un bagnino (Justin Timberlake) più giovane di lei. Quando però ritorna a casa la bella e giovane figlia del compagno, fuggita dal proprio matrimonio sbagliato con un gangster, ecco che per la protagonista di mezz'età scatta una forte competizione con la nuova arrivata che le minaccia seriamente la sua relazione con il giovane guarda-spiaggia ....
In questo film Woody Allen, ancora una volta, rivela la sua grandezza come regista consegnando al pubblico una storia quanto mai vera e presentando soprattutto un ritratto di donna non solo in sè realisticamente drammatico ma anche profondamente descritto dal punto di vista psicologico. Allen, infatti, conosce bene la natura umana e ne "La Ruota delle Meraviglie" lo dimostra non solo riguardo al ritratto della protagonista principale (presentata come una donna scontenta, delusa e sempre alla ricerca di un qualcosa che l'aiuti a sopportare un'esistenza quanto mai grigi), ma anche riguardo a tutti gli altri personaggi della storia, nessuno escluso. In questa sua ultima pellicola il regista ha privilegiato l'andamento drammatico anzichè quello esclusivamente comico, ma l'ironia sottile che a volte traspare nei dialoghi ben costruiti viene perfettamente percepita servendo anche a stemperare certi toni fortemente carichi di pathos. Inutile quasi sottolineare che l'ambientazione e l'epoca degli anni '50 sono stati perfettamente riprodotti da Allen, che la fotografia di Vittorio Storaro è, come sempre, profondamente suggestiva n onchè perfetta, e che tutti gli attori, Kate Winslet in cima, agli altri, risultano bravi e perfettamente convincenti nei propri ruoli.
Insomma, un piccolo capolavoro.