Presentato quest'anno all'ultimo Festival del Cinema a Venezia, "Una Famiglia" è un film che per il suo argomento delicato ed allo stesso tempo scomodo ha sollevato molte critiche. In esso infatti si affronta il tema dell'utero in affitto e la storia è tratta da realtà, purtroppo, realmente esistenti ed accadute. La coppia protagonista è composta da una giovane donna (Micaela Ramazzotti) e da un uomo di più anni (Patrick Bruel) che vive da anni, portando avanti, in pratica, delle gravidanze per conto di color che per una qualche motivazione non possono diventare genitori. Quello che un tempo probabilmente veniva accettato dalla donna, ora non lo è più, ed ella si trova ormai costretta a rimanere incinta a tutti i costi e ad assecondare il proprio compagno che non vuole affatto rinunciare al lucroso traffico dei neonati. Al momento attuale ella, nonostante si trovi in condizioni fisiche ormai all'estremo e profondamente spossate, vorrebbe avere un bambino tutto suo e costruire finalmente col proprio compagno una famiglia, ma dall'uomo è psicologicamente e fisicamente soggiogata sino a rendersi quasi impossibile ogni forma di ribellione....
Con questo film, il regista Sebastiano Riso affronta per la seconda volta, dopo il suo esordiente "Più Buio di Mezzanotte", un altro tema particolare e scottante e si pone, come sempre, dalla parte dei più deboli presentandone le varie problematiche e le dure e spesso inutili battaglie che questi devono affrontare giornalmente. Le realtà che egli ogni volta descrive sono realtà molto crude, insensibili ed indifferenti ai bisogni di persone che per una qualche ragione vivono in una condizione di profondo disagio psicologico. In "Una Famiglia" il protagonista maschile è l'essere più deplorevole perchè, mosso soltanto dal desiderio di guadagnare senza alcuna fatica, attraverso una sorta di coercizione psicologica, e non solo, costringe la propria compagna ad agire secondo il proprio volere e, si intuisce, che mai in futuro cambierà il proprio comportamento, mentre la donna, qui in evidente stato di soggezione al compagno, ha una coscienza, dei sentimenti veri ma nessuna forza psicologica per opporsi ai terrificanti traffici del marito. Sia Patrick Bruel che Micaela Ramazzotti, a cui peraltro spetta maggiore spazio e maggiori lodi, riescono ad essere realmente convincenti nei loro ruoli di personaggi estremi e molto da loro dipende anche la riuscita stessa del film che, altamente drammatico, rende perfettamente l'idea di una società contemporanea degradata, ostile ed irreversibile.
Recensioni
Una Famiglia (2017)
4 Ottobre 2017 12:54
flyanto1
0,0 (su 0 voti)
Accedi per votare!Presentato quest'anno all'ultimo Festival del Cinema a Venezia, "Una Famiglia" è un film che per il suo argomento delicato ed allo stesso tempo scomodo ha sollevato molte critiche. In esso infatti si affronta il tema dell'utero in affitto e la storia è tratta da realtà, purtroppo, realmente esistenti ed accadute. La coppia protagonista è composta da una giovane donna (Micaela Ramazzotti) e da un uomo di più anni (Patrick Bruel) che vive da anni, portando avanti, in pratica, delle gravidanze per conto di color che per una qualche motivazione non possono diventare genitori. Quello che un tempo probabilmente veniva accettato dalla donna, ora non lo è più, ed ella si trova ormai costretta a rimanere incinta a tutti i costi e ad assecondare il proprio compagno che non vuole affatto rinunciare al lucroso traffico dei neonati. Al momento attuale ella, nonostante si trovi in condizioni fisiche ormai all'estremo e profondamente spossate, vorrebbe avere un bambino tutto suo e costruire finalmente col proprio compagno una famiglia, ma dall'uomo è psicologicamente e fisicamente soggiogata sino a rendersi quasi impossibile ogni forma di ribellione....
Con questo film, il regista Sebastiano Riso affronta per la seconda volta, dopo il suo esordiente "Più Buio di Mezzanotte", un altro tema particolare e scottante e si pone, come sempre, dalla parte dei più deboli presentandone le varie problematiche e le dure e spesso inutili battaglie che questi devono affrontare giornalmente. Le realtà che egli ogni volta descrive sono realtà molto crude, insensibili ed indifferenti ai bisogni di persone che per una qualche ragione vivono in una condizione di profondo disagio psicologico. In "Una Famiglia" il protagonista maschile è l'essere più deplorevole perchè, mosso soltanto dal desiderio di guadagnare senza alcuna fatica, attraverso una sorta di coercizione psicologica, e non solo, costringe la propria compagna ad agire secondo il proprio volere e, si intuisce, che mai in futuro cambierà il proprio comportamento, mentre la donna, qui in evidente stato di soggezione al compagno, ha una coscienza, dei sentimenti veri ma nessuna forza psicologica per opporsi ai terrificanti traffici del marito. Sia Patrick Bruel che Micaela Ramazzotti, a cui peraltro spetta maggiore spazio e maggiori lodi, riescono ad essere realmente convincenti nei loro ruoli di personaggi estremi e molto da loro dipende anche la riuscita stessa del film che, altamente drammatico, rende perfettamente l'idea di una società contemporanea degradata, ostile ed irreversibile.