Dopo "Forza Maggiore" ritorna in questi giorni nelle sale cinematografiche italiane il regista Ruben Ostlund con la sua ultima opera intitolata "The Square".
Il quadrato a cui il titolo fa riferimento è il lavoro di un'artista argentina che nel film viene collocata davanti ad un museo di arte contemporanea a Stoccolma e che simboleggia un luogo ideale dove tutti gli individui godono degli stessi diritti. Il protagonista del film è il direttore del suddetto museo: un uomo di circa 40 anni, o poco più, di bell'aspetto, colto, raffinato, insomma molto 'charmant', che si adopera al fine di promuovere gli artisti contemporanei e le loro opere. In seguito ad un furto molto ben architettato nel corso del quale egli viene derubato del proprio portafoglio e cellulare ed essendo poi riuscito ad individuare la locazione del palazzo dove risiede il ladro, il protagonista si reca nel suddetto stabile ed inserisce una sorta di lettera intimidatoria in tutte le cassette della posta di tutti gli appartamenti al fine di farsi restituire l'intero maltolto. Vi riesce ma da questo momento in poi la sua esistenza cambierà notevolmente in seguito ad una serie di problematiche sorte inevitabilmente in conseguenza al suo gesto.
"The Square" è un film originale e 'scomodo' allo stesso tempo perchè affronta in maniera ironica e poco politicamente corretta una tematica, purtroppo, quanto mai vera e cruda. L'utopia del quadrato che simboleggia l'ideale uguaglianza che dovrebbe esistere tra tutti gli esseri umani è, appunto, irreale perchè non esiste affatto in quanto la società contemporanea tende sempre di più a discriminare. Ostlund giudica la società svedese, ma il discorso riguarda tutte le società contemporanee, in apparenza evoluta e 'civile' quando in realtà è, invece, egoista, cattiva, se non addirittura violenta, ed indifferente a tutto ciò che in qualche modo potrebbe ostacolare il proprio cammino verso un auspicato benessere. Il protagonista del film simboleggia nella sua individualità la società contemporanea generale e pertanto da un discorso sul singolo il regista si sposta a quello più corale. Come nel suo precedente "Forza Maggiore" , anche in "The Square" Ostlund fa precipitare il comportamento di un individuo in seguito ad un avvenimento fortuito ma, se nella prima pellicola il discorso negativo sulla natura umana era rivolto solo ad un singolo individuo, nella second, ripeto, il discorso e l'accusa investe una portata più ampia che investe, appunto, l'intera società degli esseri umani.
Giustamente premiato con la Palma d'Oro all'ultimo Festival del Cinema a Cannes quest'anno, "The Square" risulta un film del tutto encomiabile sia per soggetto che impostazione generale, ma non per tutti data la sua presentazione fortemente provocatoria.
Recensioni
The Square (2017)
16 Novembre 2017 12:23
flyanto1
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Accedi per votare!Dopo "Forza Maggiore" ritorna in questi giorni nelle sale cinematografiche italiane il regista Ruben Ostlund con la sua ultima opera intitolata "The Square".
Il quadrato a cui il titolo fa riferimento è il lavoro di un'artista argentina che nel film viene collocata davanti ad un museo di arte contemporanea a Stoccolma e che simboleggia un luogo ideale dove tutti gli individui godono degli stessi diritti. Il protagonista del film è il direttore del suddetto museo: un uomo di circa 40 anni, o poco più, di bell'aspetto, colto, raffinato, insomma molto 'charmant', che si adopera al fine di promuovere gli artisti contemporanei e le loro opere. In seguito ad un furto molto ben architettato nel corso del quale egli viene derubato del proprio portafoglio e cellulare ed essendo poi riuscito ad individuare la locazione del palazzo dove risiede il ladro, il protagonista si reca nel suddetto stabile ed inserisce una sorta di lettera intimidatoria in tutte le cassette della posta di tutti gli appartamenti al fine di farsi restituire l'intero maltolto. Vi riesce ma da questo momento in poi la sua esistenza cambierà notevolmente in seguito ad una serie di problematiche sorte inevitabilmente in conseguenza al suo gesto.
"The Square" è un film originale e 'scomodo' allo stesso tempo perchè affronta in maniera ironica e poco politicamente corretta una tematica, purtroppo, quanto mai vera e cruda. L'utopia del quadrato che simboleggia l'ideale uguaglianza che dovrebbe esistere tra tutti gli esseri umani è, appunto, irreale perchè non esiste affatto in quanto la società contemporanea tende sempre di più a discriminare. Ostlund giudica la società svedese, ma il discorso riguarda tutte le società contemporanee, in apparenza evoluta e 'civile' quando in realtà è, invece, egoista, cattiva, se non addirittura violenta, ed indifferente a tutto ciò che in qualche modo potrebbe ostacolare il proprio cammino verso un auspicato benessere. Il protagonista del film simboleggia nella sua individualità la società contemporanea generale e pertanto da un discorso sul singolo il regista si sposta a quello più corale. Come nel suo precedente "Forza Maggiore" , anche in "The Square" Ostlund fa precipitare il comportamento di un individuo in seguito ad un avvenimento fortuito ma, se nella prima pellicola il discorso negativo sulla natura umana era rivolto solo ad un singolo individuo, nella second, ripeto, il discorso e l'accusa investe una portata più ampia che investe, appunto, l'intera società degli esseri umani.
Giustamente premiato con la Palma d'Oro all'ultimo Festival del Cinema a Cannes quest'anno, "The Square" risulta un film del tutto encomiabile sia per soggetto che impostazione generale, ma non per tutti data la sua presentazione fortemente provocatoria.