"The Post" è l'ultimo film-denuncia di Steven Spielberg in cui viene rappresentata la coraggiosa azione del quotidiano Washington Post di pubblicare negli anni '70 il coinvolgimento, gli intrighi politi e le calunnie concernenti la Guerra in Vietnam da parte del Governo degli Stati Uniti. Già in parte ed apertamente denunciati dal New York Times che, obbligato a tacere dal Tribunale, dovette interrompere questa operazione di divulgazione, tramite la stessa fonte del Times, il Washington Post decide di intraprendere con coraggio ed assumendosene ogni responsabilità l'azione di, appunto, smascherare il proprio governo e la sua cattiva politica nei riguardi del suo diretto coinvolgimento in Vietnam. Il giornale riuscirà a vincere la propria giusta causa riuscendo anche a a far valere una delle leggi della Costituzione Statunitense di avere il diritto della libertà di stampa e, pertanto, di essere libero a pubblicare qualsiasi articolo su qualsiasi argomento.
Steven Spielberg, con la sua di sempre regia asciutta, rigorosa, sicura e precisa affronta il tema, così scottante per gli Stati Uniti e soprattutto per il suo Governo di quel tempi, dal punto di vista delle battaglie e delle varie e comprensibili indecisioni che coinvolsero l'editore, anzi l'editrice (Meryl Streep), ed il suo capo direttore (Tom Hanks) del Washington Post. Pertanto, il film si sofferma molto sull'aspetto professionale ed umano dei protagonisti stessi e dei loro colalboratori oltre, ovviamente, che sul fatto di cronaca in sè lucidamente rappresentato. Da tutti i punti di vista il film risulta perfetto nonchè avvincente: Spielberg si conferma un grande maestro nella regia, nella scelta degli attori (Meryl Streep, in particolare, troneggia su tutti) e nella cura di tutti i particolari che vanno a costruire un insieme lineare e ben coordinato.
Recensioni
The Post (2017)
5 Febbraio 2018 18:57
flyanto1
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Accedi per votare!"The Post" è l'ultimo film-denuncia di Steven Spielberg in cui viene rappresentata la coraggiosa azione del quotidiano Washington Post di pubblicare negli anni '70 il coinvolgimento, gli intrighi politi e le calunnie concernenti la Guerra in Vietnam da parte del Governo degli Stati Uniti. Già in parte ed apertamente denunciati dal New York Times che, obbligato a tacere dal Tribunale, dovette interrompere questa operazione di divulgazione, tramite la stessa fonte del Times, il Washington Post decide di intraprendere con coraggio ed assumendosene ogni responsabilità l'azione di, appunto, smascherare il proprio governo e la sua cattiva politica nei riguardi del suo diretto coinvolgimento in Vietnam. Il giornale riuscirà a vincere la propria giusta causa riuscendo anche a a far valere una delle leggi della Costituzione Statunitense di avere il diritto della libertà di stampa e, pertanto, di essere libero a pubblicare qualsiasi articolo su qualsiasi argomento.
Steven Spielberg, con la sua di sempre regia asciutta, rigorosa, sicura e precisa affronta il tema, così scottante per gli Stati Uniti e soprattutto per il suo Governo di quel tempi, dal punto di vista delle battaglie e delle varie e comprensibili indecisioni che coinvolsero l'editore, anzi l'editrice (Meryl Streep), ed il suo capo direttore (Tom Hanks) del Washington Post. Pertanto, il film si sofferma molto sull'aspetto professionale ed umano dei protagonisti stessi e dei loro colalboratori oltre, ovviamente, che sul fatto di cronaca in sè lucidamente rappresentato. Da tutti i punti di vista il film risulta perfetto nonchè avvincente: Spielberg si conferma un grande maestro nella regia, nella scelta degli attori (Meryl Streep, in particolare, troneggia su tutti) e nella cura di tutti i particolari che vanno a costruire un insieme lineare e ben coordinato.