2 Ottobre 2018    17:19

flyanto1

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Dopo alcuni anni ritorna nelle sale cinematografiche il regista Terry Gilliam con “L’Uomo che Uccise Don Chisciotte”, l’ultima e definitiva versione di un suo precedente lavoro risalente a circa 25 anni fa. Come si evince dal titolo l’opera si ispira in parte al poema di Cervantes per poi assumere una sua propria valenza

La vicenda, in alternanza continua tra l’epoca contemporanea e quella di circa 10 anni antecedente, ruota tutta intorno alla figura di un regista (Adam Driver), il quale, mentre è impegnato nelle riprese in Spagna di uno spot di una vodka finanziato da un magnate russo,  si imbatte negli stessi luoghi ed in alcuni individui che, appunto, anni prima egli aveva scritturato per le riprese del suo film su Don Chisciotte. Nel corso delle giornate l’uomo vivrà delle avventure straordinarie (come il Don Chisciotte letterario) ed al limite o meno del pericolo, prendendo parte ad una serie di eventi sempre più incalzanti da cui egli non potrà sottrarsi e nel cui coinvolgimento non potrà fare ameno di raffrontare il proprio presente con il passato e la realtà con la finzione del poema di Cervantes.  E così di continuo sino alla fine….

Riassumere in maniera più precisa e succinta la trama di quest’ultimo film di Gilliam risulta un’impresa difficile  ed un poco svilente l’opera stessa, intrisa, come, del resto,  tutte le pellicole di questo autore, di simbolismi e contenuti e rischiando, inoltre, di togliere allo spettatore lo stupore e l’atmosfera quasi magica. Visionario come i precedenti films, anche “L’Uomo che Uccise Don Chisciotte”, è una sorta di metafora sulla vita in generale od anche, in senso più ristretto, sul mondo del cinema stesso in cui l’uomo, come un Don Chisciotte, si trova a dover combattere svariate lotte  contro innumerevoli nemici e detrattori, fare fronte a molteplici pericoli ed inseguendo l’amore sincero, fugace od ingannatore sino all’epilogo di tutto. La pellicola risulta dignitosa dal punto di vista registico e conferma la professionalità di Terry Gilliam, ma l’originalità in quest’ultima occasione non è così preponderante come in molte sue opere precedenti ed il film appare un poco ‘forzato’ e quasi un ‘già visto’. Peccato, sebbene nel suo complesso la pellicola risulti piacevole.