27 Settembre 2017    15:42

flyanto1

0,0   (su 0 voti)

Accedi per votare!

"Glory - Non c'è Tempo per gli Onesti" è un film duro e purtroppo quanto mai realistico per ciò che concerne la sua storia. 
In seguito al fatto che un operaio delle ferrovie dello Stato, balbuziente ed in condizioni economiche assai precarie, consegna un'ingente quantitativo di banconote trovate una mattina da lui sparse per i binari, si innesca una serie di avvenimenti che non condurranno a nulla di positivo per lui e non solo.... Egli, portato alla ribalta dai mass-media locali come esempio di onestà e rettitudine, quasi fosse addirittura un eroe, viene subito dopo, e precisamente una volta esauritasi la novità del fatto, abbandonato al suo destino come se niente fosse. Il fatto, poi,  che nel corso della cerimonia della premiazione (peraltro con un'infima retribuzione) al suddetto operaio venga tolto momentaneamente e poi smarrito il proprio orologio, il Glory appunto del titolo, conduce all'esasperazione i rapporti falsi e finto cortesi che la donna preposta all'ufficio delle relazioni pubbliche del Ministero dei Trasporti ha con lui instaurato. Donna in carriera e molto egoista, la responsabile in questione non presta ascolto, anzi ne è infastidita,  alla richiesta del'uomo di volere riconsegnato il proprio orologio in quanto un caro ricordo e dono del proprio padre. La questione così si ingrosserà e deflagrerà velocemente coinvolgendo anche altri personaggi della vicenda che mirano anch'essi soltanto ai propri interessi professionali ed economici, a tal punto che colui che da tutta la vicenda rimarrà profondamente danneggiato ed umiliato sarà proprio l'onesto operaio.
La coppia di registi Kristina Grozeva e Petar Valchanov, nuovamente uniti dopo il precedente "The Lesson - Scuola di Vita", con questa pellicola presenta sullo schermo un dramma parecchio crudo e, ripeto, purtroppo quanto mai realistico che mette in mostra, denunciandola, quanto la società contemporanea (in questo caso quella della Bulgaria ma il discorso si potrebbe estendere anche ad altri Paesi) sia egoista e mossa per lo più soltanto dal proprio interesse personale e molto incurante del prossimo in generale. Ben descritto dai due registi, ed è ciò che dà valore all'intero film, è soprattutto il rapporto  tra la responsabile delle pubbliche relazioni ed il povero individuo ai margini della società: un rapporto già discordante sin dall'inizio e che piano piano muta, ovviamente in peggio, portando allo scoperto le varie e peggiori nature di tutti i personaggi. L'andamento della storia nel suo corso si infittisce e si complica carpendo l'attenzione dello spettatore che alla fine è desideroso di scoprire come essa avrà termine. Il finale dell'opera, non so quanto probabile nella realtà, costituisce l'unica e giusta conseguenza a quanto è accaduto, e non poteva che essere altrimenti. Ma la visione vera e pessimistica sulla società e complessivamente sul genere umano espressa dai suoi autori, rimbomba e rimane solida e ben impressa negli occhi e nelle coscienze  dello spettatore.
Inoltre, occorre rimarcare quanto mai siano efficaci nei propri ruoli i due attori (a noi ancora poco conosciuti in quanto locali) che impersonano rispettivamente l'operaio e l'algida donna in carriera.
Interessante.