L'atelier (2017)

22 Giugno 2018    17:52

flyanto1

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“L’Atelier” del regista Laurent Cantet è un film psicologico in cui una nota scrittrice di romanzi, si impegna ad insegnare l’arte della scrittura ad un gruppo di ragazzi in un corso estivo in una scuola della cittadina portuale di La Ciotat. Tutti gli studenti sono entusiasti ed interessati a ideare, collaborando insieme, un romanzo thriller. Tra di loro ve ne è uno, molto sensibile, solitario ed un poco ombroso, diretto nell’esprimere le proprie opinioni, che mal si accorda con gli altri con cui spesso entra in accesi conflitti di idee. Egli fronteggia e discute persino con la suddetta insegnante che però rimane colpita dalla personalità del giovane in quanto sfuggente ed un poco misterioso ma molto intelligente. La donna cercherà invano anche un maggior avvicinamento a lui per meglio comprenderlo e, se necessario, aiutarlo ma, nel frattempo il corso giunge alla fine e per tutti i protagonisti esso si sarà rivelato un’interessante esperienza mentre per il ragazzo solitario, in particolare, una vera e propria proficua lezione di conoscenza di sè e futura crescita personale.

Laurent Cantet è il regista che nelle sue opere sempre affronta le tematiche concernenti i giovani o le minoranze sociali ed i loro problemi. Acuto osservatore e conoscitore delle nuove generazioni e delle svariate classi sociali, egli riesce a comprenderle ed a rappresentarne il vissuto, le esperienze ed i problemi. Come nel suo film “La Classe” che 10 anni addietro vinse la Palma d’Oro al Festival di Cannes, anche ne “L’Atelier” il regista divide i propri protagonisti in due ‘fazioni’ : gli adulti che impersonano gli insegnanti e gli alunni di differenti culture che interagiscono e si contrappongono ai primi. Per Cantet è molto importante il dialogo in quanto strumento necessario ai fini della reciproca comprensione ed infatti le sue pellicole si contraddistinguono per una verbosità elevata che riflette alla perfezione la tempistica reale dello scambio di idee ed opinioni dei personaggi, svelandone a poco a poco di solito il naturale carattere. E’ così, dunque, che ne “L’Atelier” si assiste, infatti, al lento svelarsi del giovane protagonista spiegandone, proprio come in un thriller, la motivazione del suo essere strutturato in una certa maniera.

Del tutto consigliabile