7 Settembre 2017    12:56

flyanto1

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Dopo "In Grazia di Dio", ritorna felicemente sugli schermi dei cinema italiani Edoardo Winspeare con "La Vita in Comune", presente anche alla contemporanea Mostra del Cinema a Venezia, nella sezione Orizzonti.
Ancora una volta il regista italo-austriaco racconta una storia ambientata nella sua terra d'origine, la Puglia, e qui, più precisamente, a Depressa (che nel film viene chiamata col nome di fantasia di  "Disperata"), il piccolo paese del Salento dove egli trascorse la propria infanzia. La vicenda ruota tutta intorno al personaggio del sindaco che, uomo onesto, idealista ed amante della letteratura e della poesia, vive quotidianamente la propria carica tra le discussioni con le varie e piccole fazioni politiche, le problematiche oggettive e reali del proprio Comune, nonchè la piccola delinquenza locale. Trascorrendo quasi per hobby parte del suo tempo ad impartire lezioni di letteratura e poesia ai carcerati locali, egli riesce ad interessare attivamente uno di loro a tal punto che quest'ultimo, una volta uscito di  prigione, decide di dedicarsi alla scrittura di versi poetici e di abbandonare definitivamente l'attività criminale che esercitava, peraltro con scarsi risultati, insieme al fratello. Da qui svariati avvenimenti accenderanno un poco la vita di Disperata.....
Winspeare propone ancora una volta un film sui mali e la povertà economica della sua terra d'origine in cui spicca la presenza della Mafia locale, quella di una grande e piccola criminalità e quella della mancanza di lavoro per gli abitanti di un'area geografica tra le più belle e suggestive in Italia. Il suo amore ed attaccamento ad essa è reso esplicito da come il regista, attraverso vicende quotidiane raccontate con delicato realismo, unito anche ad una sottile ironia, descrive allo spettatore la Puglia. In  "La Vita in Comune" Winspeare presenta una storia quasi come se fosse una favola, a tratti addirittura onirica, frammista ad una certa atmosfera malinconica e con la presenza di svariati personaggi che non possono che non incontrare la simpatia del pubblico. Ognuno di loro, infatti, (peraltro interpretati da attori che Winspeare ha già utilizzato nelle sue opere precedenti e che lo spettatore ha già avuto già occasione di ammirare) spicca con le proprie caratteristiche, mostrando una gamma di varia umanità che altro non può fare che sopravvivere quotidianamente, arrangiandosi ognuno come può, in una terra che ben poco purtroppo offre.
Ben diretto, divertente e delicato, un vero piccolo gioiello di film.