"La Mélodie" , presentato lo scorso anno fuori concorso al Festival del Cinema a Venezia, racconta la storia di un violinista disilluso che viene chiamato ad insegnare il violino in una scuola media in periferia. Qui gli alunni sono dei ragazzi poco disciplinati, appartenenti a famiglie economicamente sociali basse e poco acculturate e, pertanto, con cui è difficile rapportarsi. Tra i vari studenti, però, il nuovo insegnate scopre un ragazzo di colore con un grande talento per la musica e, più precisamente, naturalmente dotato per lo studio del violino. Lo scopo della scuola è quello di fare partecipare tali ragazzi al concerto di fine anno scolastico presso la Filarmonica di Parigi e tra numerose difficoltà di ogni genere (tra cui quella anche pratica dell'inagibilità, a causa di un corto circuito elettrico, della stanza stessa della scuola dove eseguire le prove musicali) il professore riuscirà piano piano a conquistare la fiducia, l'affetto e l'interesse per la musica e per lo studio del violino da parte dei suoi giovanissimi alunni e giungere così finalmente alla tanto agognata esibizione finale.
"La Mélodie", un film che, come molti precedenti (si pensi, per esempio, a "La Classe" di Laurent Cantet), è ambientato in una scuola di periferia, con ragazzi difficili e con poca voglia di studiare e genitori altrettanto riluttanti tali da ostacolare o, per lo meno, rendere più arduo il compito degli insegnanti a trasmettere cultura e passione per l'apprendimento, sino ad una sorta di positiva 'riscossa' finale. Esso, però, risulta ugualmente interessante, commovente e poetico allo stesso tempo e ciò che è più notevole in questa pellicola è il rapporto che man mano si sviluppa tra professore ed alunni nel corso dello svolgersi della storia: ad un primo atteggiamento di diffidenza e, sia pure pacata, di ostilità da entrambe le parti, poco alla volta si sostituisce un crescente senso di fiducia, interesse, nonchè affetto, l'uno nei confronti degli altri, e questo aumento di stima e comprensione reciproca è rappresentato dal regista Rachid Hami in maniera tanto delicata e poetica da rendere quest'opera cinematografica altamente toccante e di un certo valore. Pur non raccontando nulla di eclatante, ne "La Mélodie" è considerevole proprio l'atmosfera generale ed i rapporti umani e la consapevolezza, o speranza, che, se ben guidati ed ancor giovani e, pertanto, ancora in grado di ben recepire, tutti, anche i più refrattari, possono acquisire interesse e passione per qualcosa, elevandosi spiritualmente.
Recensioni
La Mélodie (2017)
2 Maggio 2018 12:35
flyanto1
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Accedi per votare!"La Mélodie" , presentato lo scorso anno fuori concorso al Festival del Cinema a Venezia, racconta la storia di un violinista disilluso che viene chiamato ad insegnare il violino in una scuola media in periferia. Qui gli alunni sono dei ragazzi poco disciplinati, appartenenti a famiglie economicamente sociali basse e poco acculturate e, pertanto, con cui è difficile rapportarsi. Tra i vari studenti, però, il nuovo insegnate scopre un ragazzo di colore con un grande talento per la musica e, più precisamente, naturalmente dotato per lo studio del violino. Lo scopo della scuola è quello di fare partecipare tali ragazzi al concerto di fine anno scolastico presso la Filarmonica di Parigi e tra numerose difficoltà di ogni genere (tra cui quella anche pratica dell'inagibilità, a causa di un corto circuito elettrico, della stanza stessa della scuola dove eseguire le prove musicali) il professore riuscirà piano piano a conquistare la fiducia, l'affetto e l'interesse per la musica e per lo studio del violino da parte dei suoi giovanissimi alunni e giungere così finalmente alla tanto agognata esibizione finale.
"La Mélodie", un film che, come molti precedenti (si pensi, per esempio, a "La Classe" di Laurent Cantet), è ambientato in una scuola di periferia, con ragazzi difficili e con poca voglia di studiare e genitori altrettanto riluttanti tali da ostacolare o, per lo meno, rendere più arduo il compito degli insegnanti a trasmettere cultura e passione per l'apprendimento, sino ad una sorta di positiva 'riscossa' finale. Esso, però, risulta ugualmente interessante, commovente e poetico allo stesso tempo e ciò che è più notevole in questa pellicola è il rapporto che man mano si sviluppa tra professore ed alunni nel corso dello svolgersi della storia: ad un primo atteggiamento di diffidenza e, sia pure pacata, di ostilità da entrambe le parti, poco alla volta si sostituisce un crescente senso di fiducia, interesse, nonchè affetto, l'uno nei confronti degli altri, e questo aumento di stima e comprensione reciproca è rappresentato dal regista Rachid Hami in maniera tanto delicata e poetica da rendere quest'opera cinematografica altamente toccante e di un certo valore. Pur non raccontando nulla di eclatante, ne "La Mélodie" è considerevole proprio l'atmosfera generale ed i rapporti umani e la consapevolezza, o speranza, che, se ben guidati ed ancor giovani e, pertanto, ancora in grado di ben recepire, tutti, anche i più refrattari, possono acquisire interesse e passione per qualcosa, elevandosi spiritualmente.