“Gotti – Il Primo Padrino” del regista/attore Kevin Connolly, racconta l’ascesa e la caduta del famoso John Gotti, personaggio legato alla Mafia che tanto imperversò dagli anni ’70 ai primi anni dei ’90 quando egli finì in carcere dove circa un decennio dopo morì per un tumore alla gola.
Il ritratto che se ne evince è quello di un uomo che, al servizio del potente boss Gambino, si è piano piano evoluto ed accresciuto in potere ed, ovviamente, criminalità: più volte accusato e portato in tribunale, complici abili avvocati e giurati corrotti, egli non fu mai condannato. Solo negli anni ’90, dopo un ennesimo crimine commesso, Gotti venne imprigionato e condannato a molteplici ergastoli e condotto, ovviamente, in prigione dove, appunto, terminò la propria esistenza fortemente provato dal tumore. Nel privato John Gotti appare come un marito fedele ed un padre amoroso molto legato ai suoi figli tanto che il maggiore di essi preferì abbandonare gli studi ed una futura carriera professionalmente onesta e seguire direttamente le ‘orme’ paterne ed affiliarsi così anch’egli alla mafia. Finirà anche lui in carcere. Nel pubblico, invece, e, più precisamente nel quartiere dove agiva e predominava, Gotti era molto temuto ma allo stesso tempo, paradossalmente, anche molto rispettato ed amato in quanto ritenuto l’artefice del mantenimento (sebbene a ‘suo modo’) dell’ordine dalla delinquenza generale.
Questo film di Connelly, purtroppo, risulta un poco deludente nel suo complesso perché, al di là che sia abbastanza ben girato ed interpretato da John Travolta, esso manca totalmente di originalità e si presenta come una delle ennesime pellicole sulla Mafia o, più precisamente, su un personaggio mafioso. Comprensibile la necessità di rimanere il più aderente possibile alla reale biografia del vero John Gotti da non permettere, dunque, libertà interpretative, la rappresentazione della sua intera esistenza è, però, una sorta di ripetizione, per non dire addirittura imitazione, di quelle di un qualsiasi altro personaggio di Cosa Nostra di cui in passato, appunto, sono state girate molteplici versioni e, per giunta, più meritevoli. Basti pensare soltanto (senza rammentare, ovviamente, l’ineguagliabile saga de “Il Padrino” di Francis Ford Coppola) alla ben più leggera, ma ben costruita, serie televisiva “I Soprano” (per citarne solo un esempio) che meglio affronta, talvolta anche in chiave intelligentemente ironica, le varie tematiche legate agli ambienti criminali della Mafia.
John Travolta, ripeto, ben interpreta il personaggio del famoso e temibile Gotti, sebbene in altre circostanze l’attore abbia raggiunto livelli superiori di performance: egli rimane e si conferma, in ogni caso, un bravo attore e pertanto anche in questa circostanza innalza il valore del film. Encomiabile, senza alcun dubbio, il trucco che è stato fatto su di lui in maniera tale da riprodurre quasi esattamente il reale aspetto fisico di John Gotti nelle varie fasi della sua esistenza.
Recensioni
Gotti - Il primo padrino (2018)
20 Settembre 2018 09:22
flyanto1
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Accedi per votare!“Gotti – Il Primo Padrino” del regista/attore Kevin Connolly, racconta l’ascesa e la caduta del famoso John Gotti, personaggio legato alla Mafia che tanto imperversò dagli anni ’70 ai primi anni dei ’90 quando egli finì in carcere dove circa un decennio dopo morì per un tumore alla gola.
Il ritratto che se ne evince è quello di un uomo che, al servizio del potente boss Gambino, si è piano piano evoluto ed accresciuto in potere ed, ovviamente, criminalità: più volte accusato e portato in tribunale, complici abili avvocati e giurati corrotti, egli non fu mai condannato. Solo negli anni ’90, dopo un ennesimo crimine commesso, Gotti venne imprigionato e condannato a molteplici ergastoli e condotto, ovviamente, in prigione dove, appunto, terminò la propria esistenza fortemente provato dal tumore. Nel privato John Gotti appare come un marito fedele ed un padre amoroso molto legato ai suoi figli tanto che il maggiore di essi preferì abbandonare gli studi ed una futura carriera professionalmente onesta e seguire direttamente le ‘orme’ paterne ed affiliarsi così anch’egli alla mafia. Finirà anche lui in carcere. Nel pubblico, invece, e, più precisamente nel quartiere dove agiva e predominava, Gotti era molto temuto ma allo stesso tempo, paradossalmente, anche molto rispettato ed amato in quanto ritenuto l’artefice del mantenimento (sebbene a ‘suo modo’) dell’ordine dalla delinquenza generale.
Questo film di Connelly, purtroppo, risulta un poco deludente nel suo complesso perché, al di là che sia abbastanza ben girato ed interpretato da John Travolta, esso manca totalmente di originalità e si presenta come una delle ennesime pellicole sulla Mafia o, più precisamente, su un personaggio mafioso. Comprensibile la necessità di rimanere il più aderente possibile alla reale biografia del vero John Gotti da non permettere, dunque, libertà interpretative, la rappresentazione della sua intera esistenza è, però, una sorta di ripetizione, per non dire addirittura imitazione, di quelle di un qualsiasi altro personaggio di Cosa Nostra di cui in passato, appunto, sono state girate molteplici versioni e, per giunta, più meritevoli. Basti pensare soltanto (senza rammentare, ovviamente, l’ineguagliabile saga de “Il Padrino” di Francis Ford Coppola) alla ben più leggera, ma ben costruita, serie televisiva “I Soprano” (per citarne solo un esempio) che meglio affronta, talvolta anche in chiave intelligentemente ironica, le varie tematiche legate agli ambienti criminali della Mafia.
John Travolta, ripeto, ben interpreta il personaggio del famoso e temibile Gotti, sebbene in altre circostanze l’attore abbia raggiunto livelli superiori di performance: egli rimane e si conferma, in ogni caso, un bravo attore e pertanto anche in questa circostanza innalza il valore del film. Encomiabile, senza alcun dubbio, il trucco che è stato fatto su di lui in maniera tale da riprodurre quasi esattamente il reale aspetto fisico di John Gotti nelle varie fasi della sua esistenza.
Altro, purtroppo, non vi è da aggiungere.