“Un Marito a Metà” è la divertente commedia della regista francese Alexandra Leclère in cui, come si evince dal titolo stesso, un marito viene diviso tra la moglie e l’amante.
Scoperto il fatto che il proprio marito ha un’amante da un anno, la moglie protagonista del film decide di mettersi d’accordo con l’amante stessa, all’inizio assai sorpresa e perplessa, e dividersi, il fedifrago, come in un divorzio riguardo la questione sull’affidamento dei figli, con l’ affidamento congiunto e, cioè, tenendoselo un settimana l’una ed una settimana l’altra. Nonostante anche la perplessità iniziale dello stesso marito, l’uomo decide di stare alla decisione ‘ardita’ della moglie e così inizia a dividersi come residente nelle due case. Ma le due differenti convivenze a lungo andare lo stancano anche perché le due donne si dimostrano assai focose pretendendo attenzioni e prestazioni sessuali tutto il tempo in cui l’uomo sta in con loro. La routine, così, incide negativamente su entrambi i rapporti in aggiunta al fatto che, in realtà, la moglie cerca in tutti i modi di screditare l’amante nel corso della settimana a lei spettante, iniziando così con quest’ultima una sorta di guerra attraverso stratagemmi non sempre così innocui e tranquilli. Alla fine ciò porterà l’ormai disperato uomo ad una decisione alternativa, fiducioso così di ritrovare un poco di sollievo dalle due donne ormai parecchio agguerrite. Il destino gli riserberà una fine alquanto particolare ….
Alexandra Leclère firma una commedia che si distingue, come, del resto, tutte le opere francesi, per la sua finezza e la sua eleganza nel trattare un argomento piuttosto delicato, come quello del tradimento e dell’accettazione o meno di esso. Senza scendere mai nella volgarità sia per ciò che concerne le scene in generale, sia per i dialoghi stessi, la Leclère riesce ad affrontare, sia pure in una maniera poco realistica (nella realtà è, infatti, assai improbabile che una moglie si comporterebbe così), la grave e seria questione delle corna, riuscendo a confezionare un prodotto intelligentemente divertente e, pertanto, piacevole a vedersi. Assolutamente da non trascurare è anche l’annotazione in aggiunta da parte della regista che ogni convivenza risulta sempre deleteria e, pertanto, negativa al sentimento ed alla passione amorosa, mentre la sporadicità giova a quest’ultimi in fantasia, desiderio e mistero, senza dare, appunto, nulla per scontato. In questa storia immaginaria, però, il finale riserberà al marito fedifrago una degna ‘conclusione’ che serve ovviamente e giustamente anche da morale nel film riguardo chi si comporta poco correttamente nei rapporti di coppia.
Ben girato, con un ritmo vivace e ben interpretato da attori ben noti nelle commedie del cinema d’Oltralpe (Didier Bourdon, Valérie Bonneton ed Isabelle Carré), pur nella sua sua leggerezza, il film è del tutto consigliabile.
Recensioni
Un marito a metà (2017)
3 Settembre 2018 16:06
flyanto1
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Accedi per votare!“Un Marito a Metà” è la divertente commedia della regista francese Alexandra Leclère in cui, come si evince dal titolo stesso, un marito viene diviso tra la moglie e l’amante.
Scoperto il fatto che il proprio marito ha un’amante da un anno, la moglie protagonista del film decide di mettersi d’accordo con l’amante stessa, all’inizio assai sorpresa e perplessa, e dividersi, il fedifrago, come in un divorzio riguardo la questione sull’affidamento dei figli, con l’ affidamento congiunto e, cioè, tenendoselo un settimana l’una ed una settimana l’altra. Nonostante anche la perplessità iniziale dello stesso marito, l’uomo decide di stare alla decisione ‘ardita’ della moglie e così inizia a dividersi come residente nelle due case. Ma le due differenti convivenze a lungo andare lo stancano anche perché le due donne si dimostrano assai focose pretendendo attenzioni e prestazioni sessuali tutto il tempo in cui l’uomo sta in con loro. La routine, così, incide negativamente su entrambi i rapporti in aggiunta al fatto che, in realtà, la moglie cerca in tutti i modi di screditare l’amante nel corso della settimana a lei spettante, iniziando così con quest’ultima una sorta di guerra attraverso stratagemmi non sempre così innocui e tranquilli. Alla fine ciò porterà l’ormai disperato uomo ad una decisione alternativa, fiducioso così di ritrovare un poco di sollievo dalle due donne ormai parecchio agguerrite. Il destino gli riserberà una fine alquanto particolare ….
Alexandra Leclère firma una commedia che si distingue, come, del resto, tutte le opere francesi, per la sua finezza e la sua eleganza nel trattare un argomento piuttosto delicato, come quello del tradimento e dell’accettazione o meno di esso. Senza scendere mai nella volgarità sia per ciò che concerne le scene in generale, sia per i dialoghi stessi, la Leclère riesce ad affrontare, sia pure in una maniera poco realistica (nella realtà è, infatti, assai improbabile che una moglie si comporterebbe così), la grave e seria questione delle corna, riuscendo a confezionare un prodotto intelligentemente divertente e, pertanto, piacevole a vedersi. Assolutamente da non trascurare è anche l’annotazione in aggiunta da parte della regista che ogni convivenza risulta sempre deleteria e, pertanto, negativa al sentimento ed alla passione amorosa, mentre la sporadicità giova a quest’ultimi in fantasia, desiderio e mistero, senza dare, appunto, nulla per scontato. In questa storia immaginaria, però, il finale riserberà al marito fedifrago una degna ‘conclusione’ che serve ovviamente e giustamente anche da morale nel film riguardo chi si comporta poco correttamente nei rapporti di coppia.
Ben girato, con un ritmo vivace e ben interpretato da attori ben noti nelle commedie del cinema d’Oltralpe (Didier Bourdon, Valérie Bonneton ed Isabelle Carré), pur nella sua sua leggerezza, il film è del tutto consigliabile.