I “Due Piccoli Italiani” del titolo del film di Paolo Sassanelli (qui in veste anche di attore), sono i due protagonisti che danno vita alla storia divertente e poetica presentata sullo schermo. Essi sono due individui di circa mezza età i quali risiedono da anni in una casa di cura per malattie mentali poiché nella propria infanzia hanno subito dei traumi psicologici che ne hanno compromesso per sempre una sana esistenza. In realtà, colui che è stato maggiormente compromesso dal punto di vista mentale è uno dei due uomini in questione, l’altro (interpretato da Francesco Colella) ha problemi meno rilevanti e trascorre la propria vita quotidiana, svolgendo l’attività di uomo delle pulizie in diversi stabili e nella suddetta casa di cura dove, appunto, ha incontrato colui che è diventato il suo amico e di cui si prende amorevolmente cura, aiutandolo in diverse circostanze. Quando verrà accidentalmente ucciso da lui un capo infermiere dell’istituto, l’uomo deciderà di fuggire e di portarsi con sé l’amico con cui, per una serie di fortuite circostanze, arriverà sino in Olanda e, precisamente a Rotterdam e, dopo altre infinite avventure, nella lontanissima Islanda….
“Due Piccoli Italiani” è una commedia agrodolce dove Sassanelli, qui, peraltro alla sua opera prima come regista di un lungometraggio, è riuscito benissimo a realizzare un’opera che, oltre ad essere in sé piacevole ed ironica, è soprattutto toccante, delicata e profonda. Essa, pur non trattando un argomento originale, quale, appunto, quello del legame di amicizia e di affetto che può unire due individui che vivono un poco ai margini della società, risulta particolare e, dunque, nuova nel suo svolgersi. I luoghi comuni nella storia vi sono ma vengono abbondantemente superati grazie ad altri elementi ideati del tutto particolari cosicché, sebbene la trama presentata non abbia molta aderenza con la vita reale vera e propria, l’intera pellicola risulta del tutto accettabile e piacevole perché, dle resto, non conta tanto la trama ma il contenuto ed il messaggio che il regista ha voluto dare. “Due Piccoli Italiani” è un elogio all’amicizia, ai sentimenti veri, ed è favore di quelle persone che, per una motivazione od un ‘altra, trascorrono la propria vita come emarginati e, il più delle volte, tenuti anche in scarsa considerazione. Ma la loro purezza d’animo e la loro ingenuità intrinseca ne fanno delle creature eccezionali aventi anch’essi diritto, come tutti gli altri esseri umani, alla felicità e ad una realizzazione personale. E così che, infatti, ai protagonisti si prospetta una vita migliore e piena di speranza dopo essersi allontanati da un contesto in cui hanno sempre vissuto e che li ha tenuti sempre reclusi e, dunque, in disparte, separati dal resto del mondo.
Paolo Sassanelli e Francesco Colella risultano, inoltre, ottimi attori nell’interpretare il difficile e delicato ruolo di due uomini mentalmente disturbati: opportunamente vestiti e truccati, infatti, in maniera tale da essere quasi irriconoscibili, e grazie anche ad una mimica gestuale e comportamentale molto efficace, essi consegnano allo spettatore il ritratto di due figure veramente particolari, buone e del tutto commoventi.
Recensioni
Due piccoli italiani (2018)
22 Giugno 2018 17:51
flyanto1
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Accedi per votare!I “Due Piccoli Italiani” del titolo del film di Paolo Sassanelli (qui in veste anche di attore), sono i due protagonisti che danno vita alla storia divertente e poetica presentata sullo schermo. Essi sono due individui di circa mezza età i quali risiedono da anni in una casa di cura per malattie mentali poiché nella propria infanzia hanno subito dei traumi psicologici che ne hanno compromesso per sempre una sana esistenza. In realtà, colui che è stato maggiormente compromesso dal punto di vista mentale è uno dei due uomini in questione, l’altro (interpretato da Francesco Colella) ha problemi meno rilevanti e trascorre la propria vita quotidiana, svolgendo l’attività di uomo delle pulizie in diversi stabili e nella suddetta casa di cura dove, appunto, ha incontrato colui che è diventato il suo amico e di cui si prende amorevolmente cura, aiutandolo in diverse circostanze. Quando verrà accidentalmente ucciso da lui un capo infermiere dell’istituto, l’uomo deciderà di fuggire e di portarsi con sé l’amico con cui, per una serie di fortuite circostanze, arriverà sino in Olanda e, precisamente a Rotterdam e, dopo altre infinite avventure, nella lontanissima Islanda….
“Due Piccoli Italiani” è una commedia agrodolce dove Sassanelli, qui, peraltro alla sua opera prima come regista di un lungometraggio, è riuscito benissimo a realizzare un’opera che, oltre ad essere in sé piacevole ed ironica, è soprattutto toccante, delicata e profonda. Essa, pur non trattando un argomento originale, quale, appunto, quello del legame di amicizia e di affetto che può unire due individui che vivono un poco ai margini della società, risulta particolare e, dunque, nuova nel suo svolgersi. I luoghi comuni nella storia vi sono ma vengono abbondantemente superati grazie ad altri elementi ideati del tutto particolari cosicché, sebbene la trama presentata non abbia molta aderenza con la vita reale vera e propria, l’intera pellicola risulta del tutto accettabile e piacevole perché, dle resto, non conta tanto la trama ma il contenuto ed il messaggio che il regista ha voluto dare. “Due Piccoli Italiani” è un elogio all’amicizia, ai sentimenti veri, ed è favore di quelle persone che, per una motivazione od un ‘altra, trascorrono la propria vita come emarginati e, il più delle volte, tenuti anche in scarsa considerazione. Ma la loro purezza d’animo e la loro ingenuità intrinseca ne fanno delle creature eccezionali aventi anch’essi diritto, come tutti gli altri esseri umani, alla felicità e ad una realizzazione personale. E così che, infatti, ai protagonisti si prospetta una vita migliore e piena di speranza dopo essersi allontanati da un contesto in cui hanno sempre vissuto e che li ha tenuti sempre reclusi e, dunque, in disparte, separati dal resto del mondo.
Paolo Sassanelli e Francesco Colella risultano, inoltre, ottimi attori nell’interpretare il difficile e delicato ruolo di due uomini mentalmente disturbati: opportunamente vestiti e truccati, infatti, in maniera tale da essere quasi irriconoscibili, e grazie anche ad una mimica gestuale e comportamentale molto efficace, essi consegnano allo spettatore il ritratto di due figure veramente particolari, buone e del tutto commoventi.
Sicuramente consigliabile.