Liberamente tratto dall'opera letteraria "Manoscritto Trovato a Saragoza" dello scrittore polacco Jan Potocki, "Agadah" del regista Alberto Rondalli è un film in cui si racconta di un viaggio, chiaramente simbolico, nel corso del quale il protagonista fa la conoscenza di numerosi personaggi.
L'uomo in questione è un nobile cavaliere vallone che, accompagnato dal suo fido scudiero impostogli dal padre, vuole intraprendere un viaggio di conoscenza dalla Spagna sino in Italia. Il viaggio dura dieci giorni nei quali egli incontra personaggi di ogni sorta: due cugine musulmane ammaliatrici, un eremita, un matematico, due fratelli dediti agli studi della cabala, uno zingaro e il suo clan, una donna con due figlie adolescenti, una principessa famosa per la sua bellezza, ecc...
Un film di sicura fascinazione sia per ciò che concerne il contenuto in generale con la sua intricata simbologia sia per le immagini stesse che, esteticamente parlando, risultano quanto mai suggestive negli ambienti e nei costumi perfettamente riproducenti il secolo diciottesimo in cui si svolge l'intero racconto. Rondalli ha eseguito il suo lavoro con rigore ed estrema precisione, inserendo un cast di attori di svariate nazionalità (dall'argentino Nahuel Pérez Biscayart, il protagonista del film, allo spagnolo Jordi Mollà, agli italiani Umberto Orsini, Alessandro Haber, Alessio Boni e Valentina Cervi e molti altri ancora....) che ben si confanno all'idea "esotica" del viaggio descritto nella pellicola. Sicuramente più difficile per il regista è stato il compito di rappresentare la ricca ed intricata simbologia dell'opera letteraria di Potocki, in ogni caso Rondalli è riuscito al meglio a descrivere il percorso di conoscenza, simboleggiante l'esistenza umana, dell'uomo mostrando al meglio come da una storia se ne dipani un'altra facendole tutte confluire in un insieme unico perchè l'origine di esse è unica perchè uno solo ne è il loro artefice che le crea (come viene ben spiegato dall'inizio del film).
In conclusione, "Agadah" risulta un film di pregio, indirizzato per lo più agli amanti delle opere classiche, ma va sottolineato che esso rende molto di più per i suoi magnifici scenari, se visto al cinema sul grande schermo.
Recensioni
Agadah (2017)
21 Novembre 2017 17:19
flyanto1
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Accedi per votare!Liberamente tratto dall'opera letteraria "Manoscritto Trovato a Saragoza" dello scrittore polacco Jan Potocki, "Agadah" del regista Alberto Rondalli è un film in cui si racconta di un viaggio, chiaramente simbolico, nel corso del quale il protagonista fa la conoscenza di numerosi personaggi.
L'uomo in questione è un nobile cavaliere vallone che, accompagnato dal suo fido scudiero impostogli dal padre, vuole intraprendere un viaggio di conoscenza dalla Spagna sino in Italia. Il viaggio dura dieci giorni nei quali egli incontra personaggi di ogni sorta: due cugine musulmane ammaliatrici, un eremita, un matematico, due fratelli dediti agli studi della cabala, uno zingaro e il suo clan, una donna con due figlie adolescenti, una principessa famosa per la sua bellezza, ecc...
Un film di sicura fascinazione sia per ciò che concerne il contenuto in generale con la sua intricata simbologia sia per le immagini stesse che, esteticamente parlando, risultano quanto mai suggestive negli ambienti e nei costumi perfettamente riproducenti il secolo diciottesimo in cui si svolge l'intero racconto. Rondalli ha eseguito il suo lavoro con rigore ed estrema precisione, inserendo un cast di attori di svariate nazionalità (dall'argentino Nahuel Pérez Biscayart, il protagonista del film, allo spagnolo Jordi Mollà, agli italiani Umberto Orsini, Alessandro Haber, Alessio Boni e Valentina Cervi e molti altri ancora....) che ben si confanno all'idea "esotica" del viaggio descritto nella pellicola. Sicuramente più difficile per il regista è stato il compito di rappresentare la ricca ed intricata simbologia dell'opera letteraria di Potocki, in ogni caso Rondalli è riuscito al meglio a descrivere il percorso di conoscenza, simboleggiante l'esistenza umana, dell'uomo mostrando al meglio come da una storia se ne dipani un'altra facendole tutte confluire in un insieme unico perchè l'origine di esse è unica perchè uno solo ne è il loro artefice che le crea (come viene ben spiegato dall'inizio del film).
In conclusione, "Agadah" risulta un film di pregio, indirizzato per lo più agli amanti delle opere classiche, ma va sottolineato che esso rende molto di più per i suoi magnifici scenari, se visto al cinema sul grande schermo.