“Silence”, l’ultimo lavoro del grande Martin Scorsese, regista esponente della New Hollywood e famoso per aver creato alcuni capolavori del cinema come: “Toro Scatenato”, “Taxi Driver”, “Quei Bravi Ragazzi”ecc.
“Silence” è un film particolare per Scorsese, rappresenta uno dei suoi progetti più ambiziosi. Pensate che la lavorazione è durata quasi 30 anni dato che il regista italoamericano ha cominciato a lavorarci nel 90 appena finì di leggere il romanzo, da cui appunto è tratto il film. La ragione principale per cui ci ha messo così tanto è stata la sceneggiatura: non si sentiva mai pronto per scriverla, ci fu una svolta nel 2006 quando Scorsese e Cocks (co-sceneggiatore di “Silence” e di suoi altri numerosi film) decisero di chiudersi in una stanza d’hotel per obbligarsi a scrivere una prima bozza, poi ci vollero altri 7 anni per arrivare alla versione definitiva che è da poco uscita al cinema.
Insomma una vera e propria epopea la lavorazione di questo “Silence”, un film che tratta in particolare modo il tema della fede, il tema principale, un tema, scusate la ripetizione, che Scorsese aveva già trattato nel 1988 con “L’Ultima Tentazione di Cristo” ma in modo decisamente diverso. “Silence”, infatti, racconta la storia di due preti gesuiti che intraprendono un viaggio in Giappone alla ricerca di un altro prete gesuita, il loro mentore spirituale, il quale non è più tornato a casa. Però nel 1600, anno in cui è ambientato il film, chiunque fosse di fede cristiana veniva imprigionato e torturato in Giappone, in particolare chi cercava di portare il cristianesimo nelle loro terre.
Il CAST del film è composto dai tre sacerdoti gesuiti protagonisti, ovvero: Andrew Garfield che interpreta Padre Rodriguez, il vero e proprio protagonista di questa storia, dato che è anche il narratore per buona parte del film. Garfield devo dire che mi ha colpito molto positivamente, anche perché non è un attore che amo molto, in particolare modo dopo aver visto i due “The Amazing Spider-Man”. Qui però sotto la direzione di Scorsese secondo me ci troviamo di fronte ad una prova eccezionale, Garfield si cala bene nella parte e interpretata ancor meglio la “evoluzione mistica” che avviene al personaggio durante il film; Poi abbiamo Adam Driver che interpreta Padre Garupe, anche Driver, come sempre è fantastico nonostante il suo personaggio ci sia veramente poco nelle tre ore totali del film, e infine troviamo Liam Neeson che interpreta il personaggio a pare mio più intrigante ovvero Padre Ferreira, Neeson è un attore che non amo particolarmente, però devo ammettere che quando è diretto da grandi registi ci da prova di essere un attore fantastico come appunto in questo film.
“Silence” in generale per me è un film da 8,
per diversi motivi sia positivi sia negativi, perché ragazzi questo è un bel film, ma sicuramente non un capolavoro, non il migliore di Scorsese ma nemmeno una schifezza come ho sentito definire da alcuni spettatori dopo la visione. Gli aspetti più positiva sono sicuramente: la sceneggiatura, Scorsese e Cocks scrivono un ottimo film, in particolare riescono a creare dei fantastici personaggi, ricchi di sfaccettature e spesso molto intriganti; poi mi ha colpito, come vi ho detto in precedenza la parte recitativa, gli attori recitano e sono diretti alla perfezione; l’aspetto della regia, oramai Scorsese ci ha abituato ad un livello altissimo, la regia del film è fantastica nonostante la sua spesso troppa staticità e la mancanza di virtuosismi che di solito sono presenti nei film precedenti del regista, ma che è giusto che non ci siano in un film del genere; la fotografia che è bellissima, un mix di luci malinconiche e colori freddi, le scenografie di Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, fantastiche; e, infine, l’assenza quasi totale della musica: la colonna sonora è composta quasi interamente dal rumore della natura, un aspetto che ti porta decisamente all’interno del film, un film dove il titolo è in completa relazione con quanto viene raccontato, dato che il silenzio rappresenta un aspetto forte in “Silence”.
Mentre i difetti del film che non rendono “Silence” un capolavoro sono: l’edizione doppiata per quanto riguarda i personaggi giapponesi, in particolare il doppiaggio del “cattivo” che ho trovato orribile;? poi a tratti il montaggio, che, come sottolineavo altri miei “colleghi” che come me recensiscono film, e pieno di tagli, mi spiego a volte, piche naturalmente, si possono notare dei tagli dove probabilmente sono state cancellate intere scene, forse perché Scorsese non se la sentiva di andare oltre le tre ore del film; e, infine, ad un certo punto il ritmo, che secondo me rallenta vistosamente nella parte centrale per poi riprendere ritmo nella parte finale. Insomma con “Silence” ci troviamo di fronte ad un film che tratta il tema della fede in modo crudo, a tratti violento, che non si concentra solamente su come fosse considerata la fede cristiana a quel tempo e che non mette a confronto i buoni e i cattivi, ma è un film che ci dimostra i pro e i contro di entrambi sia dei gesuiti conviti di poter convertire il Giappone, sia i giapponesi che si sentono invasi dato che una religione loro ce l’hanno già e su questo confronto c’è un fantastico discorso di che fa il personaggio di Liam Neeson, probabilmente la scena migliore del film, un discorso che ci mostra dove probabilmente sbagliavo i gesuiti. Quindi questo è ciò che penso su questo film, che vi consiglio di vedere per quanto va in profondità per parlare della religione, ma anche dell’animo umano e di come la fede può spingerti oltre i tuoi limiti.
Recensioni
Silence (2016)
16 Gennaio 2017 18:56
Andrea Boggione
5,0 (su 1 voto)
Accedi per votare!“Silence”, l’ultimo lavoro del grande Martin Scorsese, regista esponente della New Hollywood e famoso per aver creato alcuni capolavori del cinema come: “Toro Scatenato”, “Taxi Driver”, “Quei Bravi Ragazzi”ecc.
“Silence” è un film particolare per Scorsese, rappresenta uno dei suoi progetti più ambiziosi. Pensate che la lavorazione è durata quasi 30 anni dato che il regista italoamericano ha cominciato a lavorarci nel 90 appena finì di leggere il romanzo, da cui appunto è tratto il film. La ragione principale per cui ci ha messo così tanto è stata la sceneggiatura: non si sentiva mai pronto per scriverla, ci fu una svolta nel 2006 quando Scorsese e Cocks (co-sceneggiatore di “Silence” e di suoi altri numerosi film) decisero di chiudersi in una stanza d’hotel per obbligarsi a scrivere una prima bozza, poi ci vollero altri 7 anni per arrivare alla versione definitiva che è da poco uscita al cinema.
Insomma una vera e propria epopea la lavorazione di questo “Silence”, un film che tratta in particolare modo il tema della fede, il tema principale, un tema, scusate la ripetizione, che Scorsese aveva già trattato nel 1988 con “L’Ultima Tentazione di Cristo” ma in modo decisamente diverso. “Silence”, infatti, racconta la storia di due preti gesuiti che intraprendono un viaggio in Giappone alla ricerca di un altro prete gesuita, il loro mentore spirituale, il quale non è più tornato a casa. Però nel 1600, anno in cui è ambientato il film, chiunque fosse di fede cristiana veniva imprigionato e torturato in Giappone, in particolare chi cercava di portare il cristianesimo nelle loro terre.
Il CAST del film è composto dai tre sacerdoti gesuiti protagonisti, ovvero: Andrew Garfield che interpreta Padre Rodriguez, il vero e proprio protagonista di questa storia, dato che è anche il narratore per buona parte del film. Garfield devo dire che mi ha colpito molto positivamente, anche perché non è un attore che amo molto, in particolare modo dopo aver visto i due “The Amazing Spider-Man”. Qui però sotto la direzione di Scorsese secondo me ci troviamo di fronte ad una prova eccezionale, Garfield si cala bene nella parte e interpretata ancor meglio la “evoluzione mistica” che avviene al personaggio durante il film; Poi abbiamo Adam Driver che interpreta Padre Garupe, anche Driver, come sempre è fantastico nonostante il suo personaggio ci sia veramente poco nelle tre ore totali del film, e infine troviamo Liam Neeson che interpreta il personaggio a pare mio più intrigante ovvero Padre Ferreira, Neeson è un attore che non amo particolarmente, però devo ammettere che quando è diretto da grandi registi ci da prova di essere un attore fantastico come appunto in questo film.
“Silence” in generale per me è un film da 8,
per diversi motivi sia positivi sia negativi, perché ragazzi questo è un bel film, ma sicuramente non un capolavoro, non il migliore di Scorsese ma nemmeno una schifezza come ho sentito definire da alcuni spettatori dopo la visione. Gli aspetti più positiva sono sicuramente: la sceneggiatura, Scorsese e Cocks scrivono un ottimo film, in particolare riescono a creare dei fantastici personaggi, ricchi di sfaccettature e spesso molto intriganti; poi mi ha colpito, come vi ho detto in precedenza la parte recitativa, gli attori recitano e sono diretti alla perfezione; l’aspetto della regia, oramai Scorsese ci ha abituato ad un livello altissimo, la regia del film è fantastica nonostante la sua spesso troppa staticità e la mancanza di virtuosismi che di solito sono presenti nei film precedenti del regista, ma che è giusto che non ci siano in un film del genere; la fotografia che è bellissima, un mix di luci malinconiche e colori freddi, le scenografie di Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, fantastiche; e, infine, l’assenza quasi totale della musica: la colonna sonora è composta quasi interamente dal rumore della natura, un aspetto che ti porta decisamente all’interno del film, un film dove il titolo è in completa relazione con quanto viene raccontato, dato che il silenzio rappresenta un aspetto forte in “Silence”.
Mentre i difetti del film che non rendono “Silence” un capolavoro sono: l’edizione doppiata per quanto riguarda i personaggi giapponesi, in particolare il doppiaggio del “cattivo” che ho trovato orribile;? poi a tratti il montaggio, che, come sottolineavo altri miei “colleghi” che come me recensiscono film, e pieno di tagli, mi spiego a volte, piche naturalmente, si possono notare dei tagli dove probabilmente sono state cancellate intere scene, forse perché Scorsese non se la sentiva di andare oltre le tre ore del film; e, infine, ad un certo punto il ritmo, che secondo me rallenta vistosamente nella parte centrale per poi riprendere ritmo nella parte finale. Insomma con “Silence” ci troviamo di fronte ad un film che tratta il tema della fede in modo crudo, a tratti violento, che non si concentra solamente su come fosse considerata la fede cristiana a quel tempo e che non mette a confronto i buoni e i cattivi, ma è un film che ci dimostra i pro e i contro di entrambi sia dei gesuiti conviti di poter convertire il Giappone, sia i giapponesi che si sentono invasi dato che una religione loro ce l’hanno già e su questo confronto c’è un fantastico discorso di che fa il personaggio di Liam Neeson, probabilmente la scena migliore del film, un discorso che ci mostra dove probabilmente sbagliavo i gesuiti. Quindi questo è ciò che penso su questo film, che vi consiglio di vedere per quanto va in profondità per parlare della religione, ma anche dell’animo umano e di come la fede può spingerti oltre i tuoi limiti.