Un film diretto per lo più ad un pubblico di bambini, ma di certo molto carino e grazioso. L'idea alla base è di Marla Frazee, autrice del libro "The boss baby" (2010), che racconta di un ragazzino di sette anni che si trova in perfetta armonia con i propri genitori: gioca con loro nei modi più disparati, entrando in mondi che solo i bambini possono creare e si addormenta con loro mentre narrano la favola della buona notte e cantano la sua canzone preferita. Tutto perfetto, tutto tranquillo, finché, senza neanche consultarsi col primogenito, decidono di fare un altro pargolo (esilarante la scena in cui gli chiedono se lo vuole, a opera già fatta, e lui risponde con sicurezza di no). Come se non bastasse, il fratellino non causerà soltanto la riduzione delle attenzioni di mamma e papà, ma si rivelerà parlante e misterioso e sarà capace addirittura di rivelare al fratello maggiore cosa c'è prima della nascita, ovvero una specie di casa di produzione di neonati in cui non tutti sono diretti ad una famiglia, alcuni diventano adepti col compito di salvaguardare l'equilibrio dei valori dell'amore nel mondo, che non deve mai sbilanciarsi troppo verso i cuccioli degli animali. Un'altra trovata originale e fantasiosa per distrarre i bambini dalla vera causa della nascita, adattata bene con una sceneggiatura di Michael McCullers molto citazionista (Dal "tu non puoi passare" di Gandalf alla trappola de "I predatori dell'arca perduta"). La Dreamworks Animation ci ha regalato tanti capolavori di animazione, come "Shrek", "Kung Fu Panda" e "Le 5 leggende", e questo non è di certo al loro livello, ma è comunque una pellicola che farà felici i più piccoli, riesce a strappare qualche risata, ha un ritmo davvero invidiabile, considerando che dura un'oretta e mezza e offre una storiella degna di visione, che riesce anche un pò a mostrare quanto a volte nella vita siamo prevenuti, poiché a volte una persona che sembra antipatica può diventare un amico, ma soprattutto il dramma che potrebbe vivere un figlio con troppe attenzioni all'arrivo di un consanguineo, anche se non è una regola. La regia, che si avvale di qualche inquadratura insolita, è di Tom McGrath, che ha firmato anche la trilogia di "Madagascar", insieme a Eric Darnell e solo nell'ultimo a Conrad Vernon, e "Megamind". Le musiche, spesso in sintonia con le scene degli inseguimenti, sono del maestro Hans Zimmer, affiancato da Steve Mazzaro, e tra i doppiatori originali spiccano i nomi di Alec Baldwin (Baby boss), del grande Steve Buscemi (il villain Francis Francis) e di Tobey "Spiderman" Maguire (narratore). Un cartone dunque "per famiglie", pieno di scene spassose e con un personaggio, il boss bebè, davvero curioso, che passa repentinamente dalla tenerezza di un poppante alla serietà e professionalità di una specie di agente segreto, con voce profonda. Da vedere.
Recensioni
Baby Boss (2017)
19 Aprile 2017 09:49
alberto
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Accedi per votare!Un film diretto per lo più ad un pubblico di bambini, ma di certo molto carino e grazioso. L'idea alla base è di Marla Frazee, autrice del libro "The boss baby" (2010), che racconta di un ragazzino di sette anni che si trova in perfetta armonia con i propri genitori: gioca con loro nei modi più disparati, entrando in mondi che solo i bambini possono creare e si addormenta con loro mentre narrano la favola della buona notte e cantano la sua canzone preferita. Tutto perfetto, tutto tranquillo, finché, senza neanche consultarsi col primogenito, decidono di fare un altro pargolo (esilarante la scena in cui gli chiedono se lo vuole, a opera già fatta, e lui risponde con sicurezza di no). Come se non bastasse, il fratellino non causerà soltanto la riduzione delle attenzioni di mamma e papà, ma si rivelerà parlante e misterioso e sarà capace addirittura di rivelare al fratello maggiore cosa c'è prima della nascita, ovvero una specie di casa di produzione di neonati in cui non tutti sono diretti ad una famiglia, alcuni diventano adepti col compito di salvaguardare l'equilibrio dei valori dell'amore nel mondo, che non deve mai sbilanciarsi troppo verso i cuccioli degli animali. Un'altra trovata originale e fantasiosa per distrarre i bambini dalla vera causa della nascita, adattata bene con una sceneggiatura di Michael McCullers molto citazionista (Dal "tu non puoi passare" di Gandalf alla trappola de "I predatori dell'arca perduta"). La Dreamworks Animation ci ha regalato tanti capolavori di animazione, come "Shrek", "Kung Fu Panda" e "Le 5 leggende", e questo non è di certo al loro livello, ma è comunque una pellicola che farà felici i più piccoli, riesce a strappare qualche risata, ha un ritmo davvero invidiabile, considerando che dura un'oretta e mezza e offre una storiella degna di visione, che riesce anche un pò a mostrare quanto a volte nella vita siamo prevenuti, poiché a volte una persona che sembra antipatica può diventare un amico, ma soprattutto il dramma che potrebbe vivere un figlio con troppe attenzioni all'arrivo di un consanguineo, anche se non è una regola. La regia, che si avvale di qualche inquadratura insolita, è di Tom McGrath, che ha firmato anche la trilogia di "Madagascar", insieme a Eric Darnell e solo nell'ultimo a Conrad Vernon, e "Megamind". Le musiche, spesso in sintonia con le scene degli inseguimenti, sono del maestro Hans Zimmer, affiancato da Steve Mazzaro, e tra i doppiatori originali spiccano i nomi di Alec Baldwin (Baby boss), del grande Steve Buscemi (il villain Francis Francis) e di Tobey "Spiderman" Maguire (narratore). Un cartone dunque "per famiglie", pieno di scene spassose e con un personaggio, il boss bebè, davvero curioso, che passa repentinamente dalla tenerezza di un poppante alla serietà e professionalità di una specie di agente segreto, con voce profonda. Da vedere.