Un horror atipico e un crescendo di tensione e mistero che non può lasciare indifferenti: questo è "Autopsy", diretto dal norvegese André Ovredal (Troll Hunter). D'altronde da un titolo così cosa ci si può aspettare se non un esperimento per valutare la resistenza del proprio stomaco, messa a dura prova dalla progressiva scoperta dei misteri di questo cadavere di una giovane donna morta in condizioni altrettanto ambigue. Una discesa nel baratro che parte con la solita scena del crimine e una spensieratezza di fondo dei protagonisti, un medico legale e suo figlio come assistente, per l'abitudine del macabro lavoro, che declina in un thriller/horror privo di veri e propri mostri e ricco di sana ansia e di un'atmosfera di totale disagio, nonché di un insieme di incisioni, organi fuori sede o mozzati, ma soprattutto spaventosi e frequenti primi piani sul viso della povera (?) fanciulla carica di segreti che rimangono impressi e potrebbero rendere insonne lo spettatore. Il tutto accompagnato dalle musiche molto appropriate di Bensi e Jurriaans, che conferiscono ancora più ritmo. Tuttavia il vero punto forte di questa storia, scritta da Goldberg e Naing, è la verosimiglianza, il realismo della vicenda, che permette di apprezzare ancora di più la pellicola. La svolta finale poi non è per niente scontata e, almeno secondo me, non è uno di quei lungometraggi di cui basta solo la prima visione, anzi, ad una seconda ipotetica lo si potrebbe amare ancora di più. Regia precisissima e solida ed espressivi i protagonisti: Hirsch e Cox. Tra gli horror che usciranno quest'anno, credo proprio che superare sia per tensione sia per paura "The Autopsy of Jane Doe" sarà per loro proprio un'impresa ardua. Fatevi coraggio e cimentatevi in questo incubo originale e inquietante a livelli invidiabili, lodato anche dagli zii Stephen King e Guillermo del Toro. Inoltre può essere utile per chi studia medicina.
Recensioni
Autopsy (2016)
9 Marzo 2017 17:04
alberto
5,0 (su 4 voti)
Accedi per votare!Un horror atipico e un crescendo di tensione e mistero che non può lasciare indifferenti: questo è "Autopsy", diretto dal norvegese André Ovredal (Troll Hunter). D'altronde da un titolo così cosa ci si può aspettare se non un esperimento per valutare la resistenza del proprio stomaco, messa a dura prova dalla progressiva scoperta dei misteri di questo cadavere di una giovane donna morta in condizioni altrettanto ambigue. Una discesa nel baratro che parte con la solita scena del crimine e una spensieratezza di fondo dei protagonisti, un medico legale e suo figlio come assistente, per l'abitudine del macabro lavoro, che declina in un thriller/horror privo di veri e propri mostri e ricco di sana ansia e di un'atmosfera di totale disagio, nonché di un insieme di incisioni, organi fuori sede o mozzati, ma soprattutto spaventosi e frequenti primi piani sul viso della povera (?) fanciulla carica di segreti che rimangono impressi e potrebbero rendere insonne lo spettatore. Il tutto accompagnato dalle musiche molto appropriate di Bensi e Jurriaans, che conferiscono ancora più ritmo. Tuttavia il vero punto forte di questa storia, scritta da Goldberg e Naing, è la verosimiglianza, il realismo della vicenda, che permette di apprezzare ancora di più la pellicola. La svolta finale poi non è per niente scontata e, almeno secondo me, non è uno di quei lungometraggi di cui basta solo la prima visione, anzi, ad una seconda ipotetica lo si potrebbe amare ancora di più. Regia precisissima e solida ed espressivi i protagonisti: Hirsch e Cox. Tra gli horror che usciranno quest'anno, credo proprio che superare sia per tensione sia per paura "The Autopsy of Jane Doe" sarà per loro proprio un'impresa ardua. Fatevi coraggio e cimentatevi in questo incubo originale e inquietante a livelli invidiabili, lodato anche dagli zii Stephen King e Guillermo del Toro. Inoltre può essere utile per chi studia medicina.