Your Honor – Negli abissi oscuri dell’etica

Ubi maior minor cessat

A New Orelans, Michael Desiato (l’ottimo Bryan Cranston) è giudice rispettabile e assai stimato, noto per la sua pedanteria e pignoleria a salvaguardia della giustizia. Elemento, quello del rigore e della giustizia “sopra tutto” che torna sempre nei processi da lui presieduti, e che spesso e volentieri manda la risoluzione processuale per le lunghe, con buona pace di colleghi e collaboratori di tribunale. Ma quando il figlio Adam si ritroverà invischiato in grossi guai a seguito di un incidente in cui perderà la vita il figlio di un noto e influente boss criminale, il padre e giudice s’immergerà nel fango più torbido dell’etica per tentare di trarre in salvo il suo unico genito, solo affetto rimastogli dopo la tragica morte della moglie avvenuta solo un anno prima. Una discesa agli inferi umana e professionale che finirà per rovesciare la figura di giudice dall’aura incorruttibile in un uomo fragile, sempre più piccolo, fagocitato dal numero crescente di “errori’ commessi, e sempre meno in grado di tenere testa al proprio empasse esistenziale. Episodio dopo episodio, un vostro onore disonorato nell’anima e nel pensiero, ombra di sè stesso e delle sue ideologie un tempo granitiche.

Creata e sceneggiata da Peter Moffat (The Village, The Night Of – altra ottima serie sul dubbio e sulle verità controverse legate a un evento delittuoso), diretta da Edward Berger, prodotta da Show Time su adattamento della serie israeliana Kvodo, la miniserie Your Honor in 10 episodi in onda su Sky Atlantic è un legal thriller dall’impianto classico, sviluppato attorno alla tragedia di un uomo costretto a fare carte false con la propria morale per pareggiare il conto di un figlio immaturo, o semplicemente superficiale. Perchè se è vero che le colpe dei padri ricadono sui figli, quanto è vero che le colpe dei figli ricadono sui padri? Partendo da questo banale assunto, lo sceneggiatore britannico Peter Moffat costruisce una tragedia classica, un labirinto sociale e legale da cui il protagonista farà sempre più fatica a uscire.

L’abuso di potere e sfruttamento della posizione di vantaggio in pieno stile “ubi maior minor cessat” viene infatti meno quando in ballo ci sono vite e interessi di scampoli di società dove la legge non esiste, a cui la giustizia non interessa, e che conoscono solo e sempre la legge del più forte. Sulla falsa riga del “rovesciamento morale” alla Breaking Bad (che vedeva nel cast sempre Bryan Cranston), Your Honor indaga l’animo bivalente, la colluttazione interiore ed emotiva di un uomo conteso nel classico corto circuito del mors tua vita mea, intrappolato in un punto di non ritorno tra salvezza propria (o, meglio, quella del figlio, sangue del proprio sangue) e quella di tutti gli altri, e tutto il resto.

Ambivalente e controversa, affollata di personaggi e azioni deprecabili, e racchiusa nel rovinoso mantra del ‘fa’ la cosa sbagliata’, Your Honor è un ingranaggio fluido e scorrevole che tiene lo spettatore avvinto nella perenne e crescente lotta tra male e male, nella sfida dell’uomo con sè stesso, e in quel suo sprofondare inesorabile sempre aggrappato alla speranza  di ritrovare, a un certo punto, la luce. Una serie che tende nella seconda parte a essere un po’ troppo finalizzata al twist finale e non del tutto credibile, ma che resta ancorata alla figura del protagonista, unomo super partes conteso tra troppe parti.

Bryan Cranston interiorizza con grande espressività il suo dualismo di uomo\giudice condannando e poi “salvando” ogni atto improprio e immorale esercitato in virtù di una giustizia spesso inscindibile dalla propria stessa persona, ovvero la salvezza di un figlio, parte integrante di sè. Il resto del cast, tra cui la ritrovata e sempre brava Maura Tierney, offre un’ottima spalla alle peripezie del protagonista e alla fotografia sempre più cupa di un modo dove a salvare l’anima e a pareggiare i conti della vita può intervenire solo la giustizia divina.

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