Yes Day: su Netflix Jennifer Garner insegna a dire “sì”

Dal 12 marzo disponibile su Netflix, Yes Day è la nuova pellicola che vede protagonista una brillante Jennifer Garner, nei panni di una mamma alquanto severa ma ancora capace di divertirsi. La trama è semplice: Allison e Carlos (Édgar Ramirez) sono due persone sempre pronte a dire “sì”, anche se questo vuol dire lanciarsi da un aeroplano o scalare una montagna. Il loro incontro porta con sé una serie di grandiose avventure, grazie alle quali si mettono in luce le personalità dei protagonisti, vere e proprie anime gemelle. Se fino al momento del fatidico “sì”, tutto sembra quindi andare a gonfie vele, complice ciò che la coppia ha in comune, la nascita di tre figli cambierà inevitabilmente e improvvisamente le cose.

La pellicola diretta da Miguel Arteta, basata sull'omonimo romanzo per ragazzi di Amy Krouse Rosenthal e Tom Lichtenheld, è una girandola di colori ed energia senza limiti. Sebbene si tratti di un prodotto per famiglie e il target sia chiaro sin dal principio, Yes Day ha qualcosa di così genuino, originale e simpatico da intrattenere anche un pubblico più maturo. E chissà che non possa persino suggerire o fornire spunti ai fini educativi. 

Al centro delle vicende c'è chiaramente il rapporto tra genitori e figli, sostenuto dall'affetto, dalla fiducia, dal desiderio e dal senso di protezione. In una famiglia, ognuno ha la sua importanza e imporre dei paletti troppo rigidi può essere dannoso. Lo impara a sue spese Allison, quando scopre il modo in cui i suoi tre bambini la percepiscono. È un duro colpo per la donna, soprattutto in virtù del fatto che un tempo sarebbe stata la loro compagna di giochi ideale. Ma avere la responsabilità del loro benessere, della loro sicurezza e salute, l'ha costretta a trasformarsi in una persona diversa. Una persona che dice sempre “no”.

Lo yes day – il giorno del “sì” – prende vita da una scommessa, tra Allison e Katie (Jenna Ortega), la figlia maggiore. Le due appaiono molto più simili di quanto non credano o non si rendano conto. Entrambe amano l'organizzazione, l'indipendenza e hanno la consapevolezza che da loro dipendono altre persone, accettando il ruolo senza mai lamentarsi. Eppure il gap generazionale fa sì che lo scontro arrivi inesorabile. Da teenager quale è, Katie vorrebbe sganciarsi dal morso dei genitori, in particolar modo da quello della madre. La crescita, o meglio il passaggio dall'adolescenza all'età adulta, rappresenta un momento nevralgico nella vita di tutti noi. E da esso dipendono scelte e soluzioni spesso molto difficili da gestire.

Ovviamente, come in qualsiasi famiglia, si instaurano dei rapporti e si interpretano delle parti: nel caso dei Torres, la mamma è la “cattiva” e il papà il “buono”. Al di là dei prevedibili meccanismi che si innescano all'interno del microcosmo familiare, viene messa in luce anche la situazione della coppia in quanto tale. La differenza tra moglie e marito, madre e padre, sta nell'impiego dell'una e dell'altro. Carlos trova nel nido casalingo il luogo in cui lasciarsi andare, godere dei sorrisi e delle marachelle dei figli, dopo pesanti giornate trascorse a lavoro; Allison non ha invece altre valvole di sfogo, dovendo convivere tutto il giorno con malumori, litigi, incomprensioni.

Yes Day tratta così il tema della famiglia nella sua interezza, e lo fa con una leggerezza e una sensibilità assolutamente esemplari. Lo stile della pellicola cattura gli occhi prima di conquistare il cuore, forte di una serie di citazioni/strizzate d'occhio a capolavori quali Matrix o Apocalypse Now (debitamente adattate allo scopo).

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