xXx - Il ritorno di Xander Cage

Dopo il sequel apocrifo del 2005, pochi avrebbero speso un centesimo su un’ulteriore possibilità per il franchise (ora lo è) di xXx, e invece a 15 anni di distanza il “vecchio” Vincenzo Gasolio, con le sue cinquanta primavere, riporta in vita Xander Cage.

Lo riporta in vita, ma in una versione decisamente più zombie. La freschezza del primo titolo, che viveva nell’allora poco noto mondo degli sport estremi, si è del tutto persa, come l’ironia del protagonista, ora occupato in pose rocciose e nello snocciolare dialoghi da compitino.

La storia, parola grossa, vede la necessità di recuperare il “Vaso di Pandora” (manufatto che dopo la “Mela di Eva” di Assassin’s Creed dimostra la grande fantasia degli sceneggiatori) trafugato da un gruppo di terroristi che vorrebbe utilizzarlo per scagliare dei satelliti sulla Terra, perché l’oggetto consente di hackerare di tutto.

Per questa “missione impossibile” si è pensato di richiamare Xander Cage dal suo esilio volontario.

Difficile decidere se fosse stato meglio lasciare sottoterra il re degli sport estremi o tentare il revamping di questa saga, in realtà l’idea che parta una sorta di serializzazione alla Fast & Furious, perché il pensiero corre li inevitabilmente, è quasi spaventosa.

Quello che funzionava 15 anni fa, ora – potenziato almeno 10 volte - sfiora il ridicolo, ma lo sanno tutti, dal regista, agli sceneggiatori fino al protagonista che, effettivamente, non sembra prendersi sul serio. Questa è la nota che salva il film, anche se non ha la forza al vetriolo di un film degli Zucker, anche perché qui la necessità di marketing selvaggio ha richiesto un cast che definire eterogeneo è riduttivo: cinesi, indiani, brasiliani, thailandesi e via dicendo.

Se preso con una certa filosofia e senza alcuna aspettativa, il film può essere godibile se invece pensavate che sarebbe stata la nuova frontiera dell’action movie (diamine Vin Disel, Tony Jaa e Donnie Yen…), resterete delusi… molto.