Wonder Woman 1984: il secondo capitolo è di una spettacolarità disarmante
Sbarca in Italia il 12 febbraio, in esclusiva digitale*, il tanto atteso sequel firmato da Patty Jenkins: Wonder Woman 1984. Diana Prince (Gal Gadot) è ormai un pezzo grosso presso lo Smithsonian Institution di Washington, benché non smetta mai di indossare tiara, gonnellino e frusta nel momento del bisogno. L'arrivo della goffa Barbara (Kristen Wiig), studiosa molto preparata, porta un po' di caos negli uffici e spinge Diana a prenderla sotto la sua ala protettiva. Ma quando uno strano monile giunge alla loro attenzione, qualcosa di strano comincerà ad accadere.
La supereroina nata tra le fila della DC Comics – e distribuita sullo schermo dalla Warner Bros. Pictures – torna in grandissimo stile. Gli anni Ottanta le forniscono una cornice inconfondibile e memorabile. E così le vicende di Wonder Woman colorano una delle epoche già di per sé più accattivanti di sempre. La pellicola esibisce tutta una serie di rimandi, citazioni e suggestioni perfettamente contestualizzati. L'effetto finale è di una spettacolarità disarmante. Unita agli effetti speciali e alle acrobazie compiute dalle Amazzoni – di cui fa parte la stessa Diana – ne risulta un vero e proprio “giro al Luna Park”.
Il punto di vista femminile è, come immaginabile, ancora pregnante e al centro dei discorsi. In questo secondo capitolo viene portato avanti non solo dalla protagonista (e da coloro che l'hanno cresciuta e addestrata), ma anche dalla controparte incarnata dalla Wiig. Una villain alquanto stratificata e concreta. Se in principio Barbara appare insicura e non pienamente consapevole delle sue stesse potenzialità, sarà proprio questo a condurla verso la via della malvagità. Stanca di essere derisa e vessata, di non aver pieno controllo delle sue azioni e di quelle altrui, la donna trova il modo di prendersi una rivincita. Che la sua decisione si tramuti in un desiderio di vendetta e di sopraffazione continue non sembra disturbarla troppo. Da role model e fonte di ispirazione, Diana diventa la sua nemesi, il nemico da affrontare, combattere, possibilmente sconfiggere.
Eppure in fondo sono entrambe figure femminili forti, preparate, messe a dura prova dalle avversità della vita. Motivo per cui su di loro ha effetto la Pietra dei Sogni. Ma ogni cosa ottenuta per vie traverse, in maniera sleale, tramite scorciatoie o trucchi, non può avere futuro. Sebbene Diana lo abbia imparato presto, sin dai giorni della sua infanzia a Themyscira, quando ritrova l'amore della sua vita (nelle “sembianze” di Steve Trevor, alias Chris Pine) non vuole rinunciare alla felicità. Anche se ciò comporta l'anarchia sul pianeta Terra e la perdita dei suoi poteri come Wonder Woman. I desideri espressi e realizzati dal magico oggetto richiedono infatti un sacrificio, una rinuncia. Ed è esattamente su tale argomentazione che è basato uno dei momenti cruciali della pellicola, prima che si arrivi al gran finale.
Le riflessioni sollevate da Wonder Woman 1984 non sono così banali, come ci si potrebbe forse aspettare da un blockbuster di simili proporzioni. Ed è anche per questo che il secondo capitolo supera in qualche modo il primo, approfondendo ed esplorando maggiormente la prospettiva femminile.
Un ultimo cenno va alla sorprendente performance di Pedro Pascal, che va ad aggiungersi a quelle delle protagoniste. Inoltre imperdibile la scena post credit.
* Wonder Woman 1984 sarà disponibile per l'acquisto e il noleggio premium su Amazon Prime Video, Apple TV, Youtube, Google Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film & TV e per il noleggio premium su Sky Primafila e Infinity.