Western Stars: Bruce Springsteen si mette a nudo con il suo suggestivo esordio alla regia
Presentato alla 14esima edizione della Festa del Cinema di Roma, Western Stars segna il debutto alla regia per Bruce Springsteen, che sceglie di trasporre il suo album omonimo (uscito il 14 giugno 2019) sul grande schermo: il documentario si rivela così un vero e proprio concerto filmato, con uno stile ed un'identità impressionanti, difficili da scalfire ma semplicissimi invece da associare alla figura del cantautore statunitense.
Una nostalgia potente ed affascinante avvolge il progetto – e, con esso, lo spettatore – a tratti sviluppato a mo' di road movie, cosicché dal finestrino scorrono le immagini di lande deserte, sabbiose, suggestive, mentre la calda voce di Springsteen racconta ciò che lo circonda, lo influenza e lo spinge a dare forma alla sua arte. Sì perché la musica di cui si parla non può che essere arte, di quel tipo più puro ed istintivo, in grado di tirare fuori emozioni inattese ed incontrollabili, di dare un senso alla vita in una maniera particolare e non condivisa allo stesso modo da tutti.
I fan del Boss troveranno in Western Stars un nuovo motivo di giubilo ed ammirazione, ma la grandezza del progetto va rintracciata soprattutto nella sua capacità di arrivare a chiunque, di catturare gli occhi ed il cuore di chi assiste a questo meraviglioso, seppur mediato dallo schermo, concerto.
Il fienile, minuziosamente pensato ed organizzato per lo scopo, sembra ben presto divenire un luogo sacro in cui si celebra un rito di grande importanza: ci si ritrova a cantare, a commuoversi, a permettere che la catarsi faccia il suo corso e lasci in ognuno di noi un sentimento di libertà/liberazione profondo.
Al fianco dello stesso Springsteen, la moglie Patti Scialfa, una presenza costante ed accogliente, un sostegno ma anche una musa, al quale l'uomo si rivolge spesso, svelando anche alcuni dei retroscena che li hanno avvicinati e condotti sino a lì, ad essere parte di una grande storia d'amore, di quelle reali, durature ma non perfette.
Ecco allora che emergono via via i temi cardine delle tredici canzoni che compongono l'album e mettono in luce la personalità del loro autore ed interprete, una personalità piena di sfumature, di ricordi e di consapevolezza.
Western Stars è un'opera più che personale, intima, appassionata (ed appassionante), uno spaccato di vita percepito come necessario ed esibito attraverso i testi dei brani in scaletta, che coniuga sapientemente la magia della musica con la poetica del lontano ovest, in un crescendo a dir poco spettacolare.