Weiner: l’incredibile storia di Anthony Weiner e le ‘pene’ del sexting americano

Dopo aver vinto il Gran Premio della Giuria al Sundance Film Festival 2016, l’ottimo Weiner - presentato in anteprima all’interessante rassegna Il Mese del Documentario che si svolge a Roma nella magnifica cornice della Casa del Cinema fino al 19 Febbraio - arriverà fortunatamente a Maggio anche nelle nostre sale, distribuito da Wanted Cinema. Nel 1992, a soli 27 anni, Anthony Weiner, considerato nel 2010 uno dei più promettenti politici del Partito Democratico statunitense, divenne consigliere comunale di New York, e dal 1999 al 2011, eletto per ben 7 volte, fu uno dei Deputati della Camera dei Rappresentanti, ma… Ma la sua piccola, e tutto sommato banale, mania per l’erotismo virtuale lo catapultò dalle stelle alle stalle della pubblica gogna, e in America tutto si può perdonare, eccetto gli inciampi sessuali. Eppure, a volte, anche gli yankees concedono una seconda chance a chi, oltre che di menzogna, si è macchiato di infedeltà coniugale, e il risultato di tale fiducia è mostrato nello splendido documentario dei registi Elyse Steinberg e Josh Kriegman.

Nel maggio 2011, Weiner - sposato con Huma Abedin, collaboratrice personale di Hillary Clinton e in attesa di un figlio - dal suo account Twitter inviò un selfie del suo pene a una studentessa 21enne di Seattle. La foto, condivisa pubblicamente da lui stesso per errore, non passò inosservata e le conseguenze del suo gesto furono devastanti. Già, perché nonostante il focoso Anthony abbia negato che quell’allegro membro fosse il suo, incolpando fantomatici hackers, come funghi iniziarono a spuntare altri ritratti, indirizzati a più donne, che lo immortalavano in pose hard: la passione del sexting - invio di testi o autoscatti sessualmente espliciti tramite Internet o telefono cellulare - è attività permessa soltanto ai più scaltri! Obbligato sia a confessare i propri misfatti che a scusarsi in diretta TV con gli elettori, a distanza di tre giorni dall’invito di Obama a rassegnare le dimissioni, col capo cosparso di cenere il fedifrago politico lasciò il Congresso e si dedicò a ricostruire famiglia e carriera: la scalata a sindaco della Grande Mela era lì ad attenderlo.

Quando nel 2013 Weiner iniziò la campagna elettorale, il filmmaker Josh Kriegman, che in passato era stato il suo Capo del personale per 24 mesi, ed Elyse Steinberg gli proposero di girare un documentario su questa nuova avventura, convinti di poter mostrare al mondo intero il riscatto e la rinascita di un uomo pentito. Il narciso Anthony accettò di buon grado, ma ciò che accadde in seguito ha dell’incredibile. Il film inizia con immagini di repertorio in cui si apprezza la veemenza con la quale Weiner, ancora Deputato, difende i diritti dei più deboli. In questa scena appaiono evidenti il carisma, l’eloquenza e la convinzione delle proprie idee che distinguono un politico di razza da un comune ‘portaborse’: ma non è detto che dietro un grande politico si celi sempre un grande uomo. La coppia di cineasti, adottando la tecnica della “mosca-sul-muro”, dove le riprese vengono effettuate in modo da dare l'illusione dell'assenza della macchina da presa, seguono silenziosamente Anthony Weiner al lavoro, in famiglia e nei dibattiti televisivi, senza tralasciare interviste al candidato. Un gran bel lavoro durato quattro mesi che ha prodotto 400 ore di materiale, un’opera riuscitissima ed imperdibile che mostra quanto l’intrattenimento, lo spettacolo e il sensazionalismo siano al centro dei dibattiti politici a stelle e strisce.

Il bello deve però ancora arrivare, perché il lupo perde sì il pelo, ma non il vizio. Giunti a metà girato, Kriegman e Steinberg si trovarono infatti a dover raccontare un nuovo scandalo, il ‘weinergate’. Con lo pseudonimo di Carlos Danger, il ‘volpone' Wiener ricade nell’ossessione del sex-web, e in men che non si dica le pagine dei tabloid americani si ricoprono di primi piani dell’ormai famoso pene, e delle trascrizioni di chat a luci rosse tra Carlos/Anthony e tre sconosciute donzelle: bruciare così una seconda possibilità non è impresa di tutti i giorni. Ai registi non restò dunque che continuare a dirigere con lucidità e professionalità il film, dimostrando agli spettatori la loro magistrale capacità di rimanere documentaristi fino in fondo. Weiner porta al cinema il ritratto di un essere umano che, sperando di farla franca, al posto del riscatto personale imbocca la strada del baratro: un personaggio ambiguo, pieno di sé, poco simpatico e a tratti arrogante, sostenuto - seppur con riluttanza - dalla moglie, disposta sempre a perdonarlo per salvare matrimonio e apparenze.

Coinvolgente, intrigante, montato alla perfezione e dotato di un ritmo sorprendente, Weiner è assolutamente da vedere. Ai cultori del gossip vogliamo ricordare che è degli ultimi giorni la notizia della separazione chiesta da Huma Abedin. D'altronde c'è un limite a tutto, e pare che questo sia stato superato con il terzo sexy scandal esploso dalla pubblicazione di una fotografia, destinata a una fiamma di Weiner, che lo ritrae a petto nudo beatamente sdraiato sul lettone di casa in compagnia del figlio di 4 anni. Della serie: per amore o convenienza le corna virtuali si possono anche sopportare, ma i figli. .. so’ piezz'e core, e non si toccano!