Viaggio da Paura
Alì F. Mostafa, considerato uno dei più interessanti e promettenti filmaker del regno arabo, nel nostro Paese ha già ottenuto un record: Viaggio da Paura è il primo film prodotto dagli Emirati Arabi Uniti ad essere distribuito in Italia.
Ambientato nel 2011, subito dopo le manifestazioni di Piazza Tahrir al Cairo, questo road movie in salsa mediorientale racconta il lungo tragitto in auto compiuto da tre amici per giungere a Beirut partendo da Abu Dhabi: da qui il titolo originale, From A to B. Attraversando l’Arabia Saudita, la Giordania e la Siria, il terzetto mussulmano dovrà superare ostacoli politici, culturali e militari…
Mostafa realizza una commedia scanzonata, ironica, e stranamente originale. Sì, perché sebbene il tema del viaggio come percorso di crescita sia già stato sviscerato da numerosi registi, in Viaggio da Paura la prospettiva è indubbiamente nuova. Le rocambolesche disavventure a cui andranno incontro l’egiziano Rami, il saudita Yousef, e il siriano Omar, avverranno infatti in territori a noi molto lontani sia per cultura che per aspetto paesaggistico. Lo spettatore, trasportato in una realtà profondamente diversa dalla propria, assisterà a incidenti con cammelli, arresti motivati da atteggiamenti omosessuali e rapimenti per mano di ribelli: il tutto tra le dune del deserto.
Pur riconoscendo a Mostafa l’abilità di avere ben rappresentato le differenti caratteristiche che contraddistinguono le nazioni arabe raggiunte dai tre ragazzi – l’Arabia Saudita conservatrice, la Giordania patrimonio storico, la Siria teatro di lotte intestine – in alcune scene la narrazione risulta lenta e poco avvincente. Tuttavia, eccetto alcuni momenti di stanchezza dovuti forse all'eccessiva durata, il lavoro del giovane regista, coadiuvato dalla splendida fotografia di Michel Dierickx, regala al pubblico una visione piacevole, piuttosto divertente, e a tratti perfino poetica.
In questo periodo, in cui il Medio Oriente non conosce pace, il cineasta anglo-arabo vuole mostrare come, all’interno di quello stesso mondo, modernità e ricchezza (Emirati Arabi) e arretratezza e povertà (Siria), possano effettivamente coabitare. Inoltre, il mutamento interiore dei personaggi, strettamente legato a quanto accade in terra siriana, fa sì che, pur rimanendo la comicità il filo conduttore del film, l’orrore della guerra sia comunque sempre palpabile.
Ma ciò che stupisce maggiormente è la bravura dei tre attori protagonisti che, nonostante tutti esordienti sul grande schermo, offrono un'interpretazione nel complesso davvero pregevole.
Certo è che, fortunatamente, in Viaggio da Paura non si assiste a volgarità, né a donnine in abiti succinti… Chissà come mai!