Una vita per il cinema – Recensione di Inferno Rosso: Joe D'Amato Sulla Via Dell'Eccesso
Presentato appassionatamente da Nicolas Winding Refn e realizzato da Manlio Gomarasca (fondatore di Nocturno) e Massimiliano Zanin (già collaboratore di Tinto Brass) il secondo documentario postumo su Joe D'Amato (il primo fu Totally Uncut del quale, qui, vengono riproposti dei brani), approfondisce la storia di uomo che ha dato tanto al Cinema, spesso non contraccambiato.
Raccontato dai suoi compagni di viaggio (il direttore della fotografia Lorenzo Battaglia, Michele Soavi e tanti altri), da fans famosi (Eli Roth e il critico Jean Francois Rauger) e, principalmente, dalla figlia Francesca, il film è affascinante, crudo, poetico, divertente, battagliero proprio come era Aristide Massaccesi (Il vero nome di Joe D'Amato, NdR.). Dagli inizi con Renoir fino ad arrivare al porno, relizzato soltanto per scopi “alimentari”, in mezzo c'è la storia del Cinema di genere italiano. Lo spaghetti western, l'erotico-boccacesco, quello più raffinato, l'horror, l'apocalittico e quant'altro. E poi c'è l'esperienza della Filmirage, quasi una Factory warholiana, che lo portò al fallimento ma diede modo a tanti talenti di emergere.
C'è il regista “artigiano”, il grande direttore della fotografia, l'uomo instancabile. E se, in alcuni momenti, la visione richiede forti stomaci (il suo periodo gore-splatter) è pur vero che è anche questo il Cinema che ha permesso a quello d'autore di arrivare sulle stelle (i soldi erano gli stessi). Da parte mia c'è il ricordo dei Natali passati insieme, delle visite alla moviola in Prati, di un mondo che non c'è più e di un uomo con un sorriso grande così. Era forte zio.