Una Nobile Causa
In Una nobile causa il regista Emilio Briguglio, assieme agli sceneggiatori Riccardo Fabrizi e Francesco Costa, si è divertito ad allestire un gioco di specchi dall’intreccio plautino che strizza l’occhio ai grandi classici. Uno fra tutti Masquerade del Maestro Joseph L. Mankiewicz. La pellicola presenta una costruzione a scatole cinesi o matrioske virtuali calata all’interno di un meccanismo di finzione: abbiamo la storia di Gloria, vincitrice di un’ingente somma di denaro alle slot machine, condotta dalla famiglia presso uno psicologo di fama internazionale che le racconta la triste vicenda del Marchesino Alvise Fantin, ridotto sul lastrico dal vizio del gioco. Ma, proseguendo con la trama ci s’imbatte anche in qualcosa di non previsto e lo spettatore si trova di fronte a una sorta di gatto sadico che si diletta a torturare il topo senza mai divorarlo. Il colpo di scena finale giungerà del tutto inaspettato.
Briguglio tratta il tema della ludopatia, un argomento assai di rado raccontato nel cinema italiano, spesso sottovalutato nella società odierna. Per parlare di un dramma che investe migliaia di vite solo nel nostro paese, il regista decide di impiegare il registro della commedia dai toni romantici e lo fa unendo il garbo all’ironia. Lo scopo è quello di far riflettere divertendo con un sorriso cinico e semi-amaro un pubblico allargato in chiave trasversale.
Può o non può l’amore guarire da una passione autodistruttiva come quella del gioco d’azzardo patologico?
Il legame non molto originale tra il nobile Alvise, non avvezzo a lavorare, e la verace pescivendola Tania ricorda una favola dal sapore antico, poco probabile nell’epoca contemporanea dove oramai non si avverte più il dislivello di classe. In questo sentimentalismo c’è spazio anche per una citazione hollywoodiana: in una scena l’incolta Tania si strugge di commozione a teatro ascoltando l’aria di un’opera melodrammatica, esattamente come Julia Roberts nel cult Pretty Woman.
Una nobile causa vede la partecipazione di attori affermati quali Antonio Catania, Roberto Citran, Francesca Reggiani, Nadia Rinaldi, Simona Marchini e Massimo Bonetti accanto a giovani interpreti del panorama italiano come Giorgio Careccia, Rossella Infanti, Giulia Greco e Guglielmo Pinelli. Il film girato a cavallo tra la provincia veneziana e quella padovana è stato sostenuto dal Fondo Regionale per il Cinema e l’Audiovisivo della Regione Veneto e della Regione Lazio.