Una famiglia mostruosa, la Famiglia Addams all'italiana
Ci sono commedie che regalano risate a crepapelle, altre che suscitano riflessioni, altre in cui c'è un pizzico di dramma e si finisce anche per commuoversi. Il filone della commedia può avere tante sfaccettature ma principalmente è caratterizzato dall'aspetto leggero e gradevole dei toni.
Una famiglia mostruosa, di Volfango de Biasi, si inserisce senza ombra di dubbio in questo genere perché la storia di Adalberto e Luna, due giovani innamorati in dolce attesa, che incontrano l'uno la famiglia dell'altra, è molto semplice e racconta l'epico incontro, appunto, che tanti di noi, prima o poi, hanno dovuto affrontare. E se le stranezze possono essere all'ordine del giorno, nel caso delle famiglie dei due giovani protagonisti, interpretati da Cristiano Caccamo ed Emanuela Rei, si va ben oltre. Adalberto infatti ha come padre un vampiro, come madre una strega, come sorellina un'altra piccola vampiretta - interpretata splendidamente, con grande carattere e grande espressività, da Sara Ciocca - ed infine ha anche una nonna fantasma e uno zio ricucito come Frankenstein – un Paolo Calabresi davvero divertente.
Per giocare con l'immaginario dell'infanzia, popolato da mostri di vario genere, il regista ha raccontato una storia in cui i mostri, appunto, si contrappongono agli umani, e lo ha fatto cercando di sottolineare l'importanza del tema dell'accettazione.
Tuttavia le pecche non mancano, prima fra tutte, la grande assenza di risate: sì, perché da un cast del genere e con un plot del genere, ci si poteva aspettare decisamente di più. Invece la Famiglia Addams all'italiana, con tanto di Mercoledì acida e di Gomez succube del fascino di Morticia, regala qualche sorrisetto e poco più, rendendo esageratamente sopra le righe i personaggi interpretati da Lillo e da Ilaria Spada, nelle vesti di una becera coppia romana con accento marcato, modi a dir poco cafoni e ignoranza che sprizza da tutti i pori.
Malgrado ciò, gli aspetti positivi del film di De Biasi non mancano: l'eterno scontro sociale tra nobile ma povero vs. ignorante ma “impaccato di soldi” come si dice a Roma, è reso in maniera efficace e relativamente spassosa grazie alle coppie Lucia Ocone - Massimo Ghini e, appunto, Ilaria Spada – Lillo: inoltre, gli effetti speciali legati ai momenti in cui Brunilde dà prova delle sue abilità di strega e relativi al personaggio della nonna fantasma, interpretata da Barbara Bouchet, sono di ottima fattura. Bisogna anche ammettere che vedere gli attori cimentarsi con qualcosa di diverso e avente a che fare con il paranormale ed il mostruoso, è quanto meno curioso. A questo proposito, Lucia Ocone esce a testa alta dalla sua prova, complice anche l'ottima mimica facciale.
Il brano di Strauss, Così parlò Zaratustra, utilizzato per l'arrivo di Nando e Stella è vincente e quello sì, regala finalmente una sonora risata. Piazzate qua e là, vengono pronunciate frasi che suscitano qualche riflessione inerente alla quotidianità - “ ma li hai visti gli adulti, pensi che voglia diventare come loro?” - ma il registro del film è talmente poco elevato che restano meteore.
Nulla di nuovo sul fronte occidentale dunque: solo una commedia che, nonostante le buone intenzioni, non diverte e non colpisce come avrebbe potuto fare.