Troppo napoletano

Pur non essendovi coinvolto neppure in una minuscola apparizione, è l’Alessandro Siani regista e interprete de Il principe abusivo (2013) e Si accettano miracoli (2015) a figurare in qualità di produttore della seconda fatica dietro la macchina da presa di Giorgio Ansanelli, a quattro anni dal lungometraggio a episodi All’ultima spiaggia (2012).

Ma, se in quel primo caso si trattò di un’operazione volta a sfruttare nomi noti della risata da piccolo schermo, qui ci si concentra sulla figura dell’undicenne Ciro che, con le fattezze di un divertente Gennaro Guazzo, si ritrova in una situazione non distante da quella che fu alla base di Innamorarsi a Manhattan (2005) di Mark Levin dopo essere rimasto turbato dall’improvvisa, ridicola dipartita del padre, popolare cantante neomelodico.
Infatti, ex compagna dell’uomo incarnata dalla Serena Rossi di Song ‘e Napule (2013), la madre Debora lo affida al timido e imbranato psicologo dell’infanzia Tommaso alias Rosario Morra, il quale non solo si invaghisce di lei, ma scopre che il bambino è in preda alle prime inquietudini sentimentali a causa dell’infatuazione nei confronti della coetanea Ludovica, ovvero Giorgia Agata.
Ed è il loro patto di impegnarsi a supportarsi nei rispettivi intenti di conquiste amorose ad accompagnare in maniera principale la oltre ora e mezza di visione, ulteriormente arricchita da un cast di simpatici personaggi spazianti da un bidello cui concede anima e corpo Luigi Esposito agli esilaranti amici e parenti del protagonista, dal Gianni Ferreri della serie televisiva Distretto di polizia a Loredana”Reality”Simioli.

Tutti volti facenti parti di un cast in ottima forma che, tra un flashback richiamante il cinema dei tempi del muto e una “lezione” a base di albero genealogico della canzone neomelodica napoletana (!!!), non può fare a meno di essere considerato nei maggiori pregi di quella che si rivela un’ironica, gradevole moderna favola partenopea dal forte retrogusto romantico... complici anche i grotteschi sogni a occhi aperti di Ciro, gestiti nella giusta maniera da una piuttosto fresca regia.