THE VATICAN TAPES
THE VATICAN TAPES
“Ti esorcizziamo, spirito immondo, potenza satanica, invasione del nemico infernale, in nome e potere di nostro Signore Gesù…”. Chissà se anche Papa Leone XIII, come il cardinale del film, era dotato del kit deluxe del bravo spaventa-diavoli! Già, perché The Vatican Tapes, del regista Mark Neveldine, altro non è che la storia di una ragazza bella e… toh, indemoniata. Finalmente una trama originale, un qualcosa di mai visto, e poco male se più di quarant’anni fa William Friedkin girò “L’esorcista”, e ancor meno importa che da allora, con cadenza biennale, i cinema di tutto il mondo siano stati invasi da acqua santa e presenze maligne. Ecco che la leggera ironia mi ha preso la mano, forse avrei bisogno di don Gabriele Amorth e delle sue trasmissioni radiofoniche!
Angela (il nome è già un programma) è una giovane donna che, dopo essersi inavvertitamente tagliata un dito, sprofonda in un lungo stato di coma. Al suo risveglio nulla sarà più come prima: messer Satana l’ha scelta come anticristo. Primo ammonimento: fare sempre attenzione nel maneggiare coltelli! L’angelica creatura, dopo aver quasi ucciso un neonato e avere spinto un poliziotto a togliersi la vita, viene rinchiusa in un istituto psichiatrico. Avvengono ora due fatti importanti: un’ecatombe nel manicomio, e un quasi suicidio collettivo nella sala cinematografica! E sì, perché una scena così ridicola non la si vedeva dai tempi di “L’Esorciccio”.
Ma andiamo avanti. Le stranezze che capitano attorno alla protagonista finiscono per arrivare alle orecchie del Vaticano, dove si scoprirà l’esistenza di un archivio segreto: un catalogo multimediale contenente tutte le registrazioni delle malefatte di Lucifero, tra cui alcuni videotapes riguardanti proprio Angela. L’ombra del grande fratello di Orwell sembra aleggiare come un corvo sulla mia testa… ma no, in realtà l’uccellaccio hitchcockiano appare solo alle spalle dell’indemoniata.
Meglio non divagare in voli pindarici e proseguire. In breve, alla fine della fiera, sono tutti d’accordo che l’unica soluzione sia praticarle un esorcismo. E chi, se non una coppia composta da un cardinale esperto e un pretino alle prime armi, potrebbe riuscir meglio nell’impresa? Ma ogni pazienza ha un limite, e per placare l’incredulità davanti ai troppi cliché, non basta più neppure don Amorth! Eppure, la fiera delle banalità non è ancora terminata. Ecco infatti apparire il famoso kit di sopravvivenza ai demoni: robuste catene, acqua benedetta, crocefisso, pugnale tempestato di pietre preziose e, dulcis in fundo, la Bibbia. E finalmente, tra idiomi sconosciuti e contorsioni varie, l’ovvio putrido rigetto è servito su un piatto da elemosine! Sintetizzando, Mark Neveldine ci offre 88 minuti di visione così composti: 40 di introduzione (un diavolo così svogliato non si era ancora mai visto!), e 20 di esorcismo. E i rimanenti 28 minuti? Mah, pare proprio che non succeda nulla!
Secondo e ultimo ammonimento: se vi fosse venuta la fantasia di andare a vedere The Vatican Tapes, ricordatevi le parole di Joris Karl Huysmans: “Il demonio non può nulla contro la volontà, pochissimo sull’intelligenza e tutto sulla fantasia”. Poi non dite di non essere stati avvisati!