The Last Duel - Benvenuti al gerontocomio medioevale
In un brainstorming della Fox, dopo il successo di Mad Max Fury Road, si chiedevano come fare a fare i soldi veri.
A un certo punto lo stagista Piero Pitagorico si alza urlando: "pijamo un vecchio e famoje fa' un film!" (tradendo così anche la sua origine romana).
I saggi della Fox la bocciano subito come un'idea del c@xxo, ma poi la Disney li compra, e l'AD, imbestialito per esser stato defenestrato, fa partite il progetto di Piero, diventato nel frattempo capo del marketing.
Si recano a Villa Smemoranda e, contattato il vecchio Ridley Scott, che c'ha pure la casa di produzione, genialata, lo convincono.
Ridley ormai ultraottantenne accetta specificando, per onestà, che non è più il giaguaro di un tempo.
Urlando "Importa sega!", il progetto parte.
Ridley ricorda soprattutto le cose da giovane, quindi pensa subito a fare una cosa di duelli, come nel '77. Poi dice subito che vuole una roba con le armature, perché funzionano sempre.
Duello con le amature, daje!
Vorrebbe il suo attore feticcio Russel Crowe, ma qualcuno sottolinea che si è mangiato tutto il buffet dell'all you can eat, e sarebbe dura. Gli servono quindi un attore simile, con una bella cicatrice per ingannarlo, tanto non vede più bene. Ed ecco Matt Damon.
Per l'antagonista si cerca di coinvolgere lo zoccolo duro dei fans delle spade. Adam Driver, una sicurezza: indossa bene l'elmo e sa usare una spada. Non è il caso di spoilerare, ma se servisse sa morire pure bene... con il giusto pathos.
Per il ruolo femminile una carina, ma non troppo, e che sappia fare la nobile d'epoca. Jodie Comer è stata già Elizabeth di York, e ha una faccia che potrebbe essere chiunque e poi Ridley non vuole più figure dominanti femminili, gli rubano la scena.
Il nuovo capo del marketing, Pietro Pitagorico, decide di farsi notare e dice: Diamine non abbiamo né neri né cinesi, per i gay non c'è problema siamo pieni di preti, come facciamo per le minoranze?
Qualcuno gli fa notare che nel medioevo francese, è un po' difficile infilarci un asiatico o un nero.
Bene un ex alcolista allora. Ben Affleck fresco fresco di rehab (un bel messaggio positivo) sarà perfetto e non dovrà nemmeno indossare il panciotto di Bruce Wayne, perché ci sono vestiti ampi, li avevano preparati per Crowe.
A questo punto resta un film visto da tre prospettive diverse, un po' come Prospettive di un delitto, ma senza ritmo, con un duellone finale. Fighissimo.
E il #metoo?
Giusto, aggiungiamoci un pistolotto finale sui diritti della donna, l'egoismo del maschio e un bel rogo stile Santa Inquisizione.
CAPOLAVORO!
E' andata così. Allo spettatore invece viene fornito all'entrata insieme ai pop corn e alla bibita, un secchio d'acqua ghiacciata in cui immergere la faccia ogni 5 minuti dopo la seconda ora di film, così da poter mantenere desta l'attenzione.
Si perché l'effetto risata nervosa per i pizzetti ossigenati e la "coda di castoro" in testa a Matt Damon finisce quasi subito.
Tornato a Villa Smemoranda, Ridley è finito subito dal chiropratico per le pacche sulle spalle dei suoi coinquilini all'insegna di: belle le scene di combattimento.