The King's Man - Le origini. La mela è rotolata lontano
(Recensione di Pierpaolo Turitto)
Il primo Kingsman fu una sorta di illuminazione. Dissacrante, assurdo, esageratissimo. La scena della chiesa è restata scolpita, ma anche altre cosette...
Il secondo Kingsman decisamente più allegorico, ma ovviamente meno sorprendente. Efficace, ma già un pochino al di sotto delle attese.
Questo terzo capitolo è un prequel e quindi si libera innanzitutto dai laccioli del casting e dei personaggi, acquisendo così enorme potenzialità.
Lo scenario è all'alba del Primo Conflitto Mondiale, un'epoca che permette lo stupore, grazie ad una tecnologia decisamente più analogica.
E' chiaro che l'idea e l'impianto visivo ha del vittoriano e che si vuole cavalcare il purosangue dell'avventura: Indiana Jones o comunque qualcosa da quelle parti.
Matthew Vaughn decide di giocare il jolly che gli valse il plauso nel reboot degli X-Men, nonostante Gennaro Olivieri e Guido Pancaldi lo avessero vivamente sconsigliato, legare la sceneggiatura a fatti e personaggi storici, dando di fatto una rivisitazione del tutto.
Ciliegina sulla torta un tocco 1917 alla Sam Mendes (la guerra è brutta), che su un giocattolone come King's Man fa quasi ridere.
Risultato aberrante: 90 minuti di noia totalizzante con spiegoni, scene madri, personaggi stucchevoli e un continuo risuonare nella testa dello spettatore: "perché?".
Dopodiché il film decollerebbe pure, ma sull'aereo la mancanza di ossigeno ha decimato i passeggeri.
Restano delle scene interessanti, che so la lotta con Rasputin, qualche twist -poco sorprendente peraltro- e tanta brutta CGI.
Il vero assente è l'allure, la coolness che aveva governato il primo film, e in parte il secondo. Quello che rende un agente segreto non un efficiente Ethan Hunt (che comunque ha il bonus di avere un cuore), ma un fighissimo James Bond (e che diamine siamo inglesi, no?)... e comunque Ethan resta iconico a differenza di Orlando Oxford, che si chiama come quello "furioso", ma di real british ha solo il cognome.
Peccato Matthew avevi la possibilità di tirare un fuori campo, ma il destino ti ha servito un'infida palla curva.