The French Dispatch: Un film dal sapore nostalgico per un mondo passato.

Il regista Wes Anderson crea un'opera molto estetica, composta da diverse storie con un cast grandioso.

Il film, presentato in concorso allo scorso Festival di Cannes, girato principalmente nella città di Angoulême, racconta la storia di una redazione con sede nel villaggio francese immaginario di Ennui-sur-Blasé dove ogni editor lavora a un articolo relativo alle notizie locali. Si snoda come una rivista con tante storie diverse, narrate dai loro autori, tutte basate sugli straordinari avvenimenti intorno alla piccola cittadina.

In occasione della morte del suo amato direttore Arthur Howitzer Jr. (Bill Murray), la redazione del French Dispatch, supplemento domenicale di una rivista americana, che ha sede nella città francese di Ennui-sur-Blasé, si riunisce per scrivere il suo necrologio. I ricordi legati a Howitzer confluiscono nel periodo della creazione di quattro articoli: un diario di viaggio dei quartieri più malfamati della città, firmato dal Cronista in Bicicletta Herbsaint Sazerac (Owen Wilson); “Il Capolavoro di Cemento”, la storia di un pittore squilibrato (Benicio del Toro) rinchiuso in carcere, della sua guardia e musa, e degli ingordi mercanti d’arte che vogliono le sue opere, scritto da JKL Berensen (Tilda Swinton); “Revisioni a un Manifesto”, una cronaca d’amore e morte sulle barricate all'apice della rivolta studentesca guidata da un giovane appassionato di nome Zeffirelli (Timothée Chalamet), a cura di Lucinda Krementz (Frances McDormand); e “La Sala da Pranzo Privata del Commissario di Polizia”, una storia di droghe, rapimenti e alta cucina piena di suspense scritta dallo scrittore gastronomico Roebuck Wright (Jeffrey Wright).

The French Dispatch è ambientato negli anni '60. La fotografia, gli edifici e gli spazi risentono dell'influenza dei film di Jacques Tati in Monsieur HulotDal punto di vista estetico è un vero capolavoro, Wes Anderson offre uno spettacolo visivo sublime, con diversi spunti di regia ognuno più inventivo e ambizioso dell'altro. Il regista ha una poetica estremamente riconoscibile e ammaliante.

Le scenografie sono piccoli gioielli preziosi dove ogni luogo è come una casa di bambole costruita con cura in ogni piccolo dettaglio. Ogni inquadratura è una composizione raffinata, dove primo piano e secondo piano sono ricchi di dettagli da non farsi sfuggire.

Wes Anderson è un regista irrimediabilmente romantico, i mondi che crea significano chiaramente molto per lui. Questo suo ultimo film è una dichiarata lettera d'amore al giornalismo di un epoca oramai passata, agli scrittori, all'arte in generale e al cinema in particolare. Il cineasta è alla sua massima forma: vivace, eccentrico, inventivo nello stile, nelle inquadrature, nel montaggio e nella narrazione. Si percepisce quanto si sia divertito nella realizzazione di quest'opera.

Anderson non si fa scrupoli nel muoversi tra il presente e il passato delle sue storie, andando avanti e indietro all'interno dello stesso paragrafo. Con l'aiuto della narrazione fuori campo e delle illustrazioni incorniciate con precisione, lo scrittore/regista crea tasche elastiche nella sequenza temporale della trama, come quando si stacca dal racconto per darci informazioni sui personaggi secondari prima di tornare alla storia in corso.

Utilizza anche espedienti stilistici per delineare i livelli di narrazione, le conferenze e le interviste che inquadrano le storie sono a colori, ma le storie stesse sono in bianco e nero, poi improvvisamente scardina questa regola e mescola sregolatamente questi stili per un suo capriccio estetico/espressivo. Ad esempio, durante un racconto ad un certo punto torna al colore per mostrarci gli straordinari occhi azzurri di Saoirse Ronan mentre il suo personaggio sbircia attraverso una fessura. In un altro, passa improvvisamente all'animazione per una scena d'azione frenetica e allegra. Insomma, con Wes Anderson non si può mai sapere cosa accadrà, il regista è sempre capace di sorprendere, strappare un sorriso e lasciare a bocca aperta lo spettatore. Un'opera insolita, divertente e poetica.

Il cast è pieno zeppo di attori famosi, dai protagonisti, Benicio Del Toro, Léa Seydoux, Bill Murray, Tilda Swinton, Frances McDormand, Timothée Chalamet e Adrien Brody, ai camei dove troviamo: Willem Dafoe, Elizabeth Moss, Henry Winkler, Christoph Walz, Jason Schwartzman, Bob Balaban e molti altri.

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