The Dressmaker

La storia, con quel quantum di magia e stregoneria, sembra uscita da un libro di Jorge Amado o altro scrittore sudamericano, il luogo, polveroso e immerso inconsciamente nel nulla potrebbe essere il set di un western ambientato nel Texas o nel New Mexico, i personaggi, ottusi e retrogradi, ipocriti e bigotti, perfetti per un melodrammone a New Heaven , al tempo della caccia delle streghe.

Invece, siamo a Dungatar,  a sud est dell’Australia agli inizi degli anni ’50. Un piccolo polveroso paesino disegnato nella cartapesta di case sbilenche e malandate, facili da buttar giù anche a colpi di palline da golf.  Qui, in una notte buia, approda Tilly dopo vent’anni di forzato esilio a causa di un misterioso crimine che avrebbe commesso da bambina. Il suo arrivo sconvolge l’apparente tranquillità dell’apparente mite cittadina. Tutti, a partire dalla madre Molly, dovranno confrontarsi e fare i conti con Tilly; conti che hanno la loro radice nel lontano oscuro passato.

Tilly è un’affermata stilista, ora, e confeziona abiti nuovi e luccicanti anche a chi in passato non aveva esitato a voltarle le spalle, quasi a volerne riconquistare la fiducia, convinta che i fatti che le si addebitano siano in effetti realtà, complice anche una amnesia, figlia di una scontata operazione di rimozione.

Il film, tratto dall’omonimo romanzo di Rosalie Ham, trae la sua forza dalla moltitudine dei personaggi che la regista Jocelyn Moorhouse, ci propone con i colori della macchietta e della commedia. E così, pur trovandoci in un mondo di famelici cani del deserto, l’atmosfera, anche nelle pieghe più drammatiche della vicenda, quasi mai è tinta dalle fosche tinte del dramma. La Moorhouse, autrice negli anni passati di un cinema al femminile, introspettivo ma anche di impegno, si confronta qui con un testo che all’approfondimento predilige la relazione tra i personaggi e le frequenti mutazioni che queste subiscono, causa le umane ed instabili passioni. Il risultato complessivo è quello di una parata di maschere che rendono la visione del film piacevole ed in alcuni momenti anche divertente. Risultato raggiunto anche grazie alla bravura delle due interpreti principali, Kate Winslet e Judy Davis, quest’ultima soprattutto, davvero sorprendente. Così come piacevolmente sorpresi ci ha lasciato la prova di Hugo Weaving, attore completo e di grande sensibilità. Infine, per la gioia degli occhi del pubblico femminile, un Liam Hemsworth, davvero in gran forma…