Terminator: Destino oscuro - I’ll be back… è una certezza!
Un giorno Schwarzy era in pantofole davanti al televisore e gli passa davanti Rocky Balboa. Accidenti pensa hai visto quel furbone di Sly, che ancora cavalca l’onda…
Poi un annetto dopo è la volta di Rambo… e daje.
A questo punto, dopo aver incontrato Sly sul set di Expendables prime ed Escape Plan poi, capisce che lui, il suo ex avversario, se lo può permettere, perché ha costruito due personaggi iconici, il furbastro.
E io li ho? Pensa l’austriaco? Ma certo! Terminator e così si gira Terminator Genisys, ma non funziona benissimo.
Cosa c’è che non va? Manca Sarah Connnor ecco cosa. "Cioè è chiaro, tutti mi ricordano mentre sfondo porte dicendo Sarah Connor”. Ne parlo subito con James (Cameron), chissà che non ci venga un’idea…
Eccola l’idea: Terminator – Destino Oscuro.
Dove tutti fanno un “reboot” il genio canadese dal tocco dorato fa un “refresh”, ovvero rimette su la macchina di Terminator 2 aggiornandola (niente più metallo fuso, ma un polimero e lo sdoppiamento del terminator) mantenendo i personaggi, ma allo stesso tempo reinventando la mitologia: addio Skynet.
John Connor è morto ucciso dal T-800, ma un nuovo Terminator (che non si chiama più così) arriva dal futuro per uccidere la giovane Dani Ramos, che ha in Grace la sua protettrice cyberpotenziata anche lei, guarda caso, proveniente dal futuro.
Sarah Connor dovrà salvarle entrambe però, messa sullo loro tracce da uno sconosciuto che sembra conoscere i piani del nuovo nemico dell’umanità.
"Prendiamo il primo Terminator, uniamolo al secondo, tanto è sempre roba mia", sembra dire Cameron, aggiorniamo il tutto con l’ingrediente principe del nuovo millennio, il girl power, mettiamoci una bella icona, Schwarzy, e il gioco è fatto. Ha funzionato per Star Wars…
Il gioco sarà pure fatto, ma non aggiunge nulla di nuovo sotto il sole ed ha un sapore fortemente riciclato.
Non bastano le note di Brad Fiedl, che riscaldano il cuore, non basta l’ironia di Schwarzenegger, non basta un nuovo nemico e non basta la Hamilton, tutto questo non riesce a farci abbandonare l’idea che l’unica cosa che tiene in piedi il film sia la presenza del T-800, e nemmeno tanto, da qui non si va da nessuna parte.