Teen Spirit – A un passo dal sogno
Immerse nei debiti e in una vita sempre uguale Violet Valenski (Elle Fanning) e sua madre vivono sull’isola di Wight, entrambe alla mercé di un’attesa: quella che qualcosa cambi (Violet) o che suo marito torni (la madre). Eppure nulla si muove ai margini di quella periferia (inglese in questo caso, ma uguale a tante altre) inerme e polverosa che sembra sempre fagocitare con estrema semplicità ogni cosa e ogni vita per gettarla poi nel buio dell’anonimato. Eppure, l’incontro casuale ma folgorante con l’ex cantante lirico Vlad (l’ottimo Zlatko Buric) riaprirà per Violet il varco verso una speranza, verso il sogno di una passione per il canto segretamente coltivata ma mai messa del tutto in campo. Il talent show Teen Spirit si rivelerà a quel punto provvidenziale per sfidare il destino e mettere alla prova il proprio talento. Ovviamente, sempre con la voglia di vincere ma senza dimenticare che l’importante è aver partecipato.
Max Minghella (figlio del regista Anthony) debutta alla regia con un teen movie pop e musicale che ricorda tanti altri film di giovani lanciati verso il proprio sogno, poi più o meno realizzato. Eppure, nella canonicità della trama e dei suoi sviluppi, Teen Spirit cerca e trova comunque quel guizzo in più, quel tocco di autorialità che tanto nell’estetica vibrante quanto nel magnetismo della protagonista (un’ottima Elle Fanning dal quale volto emergono molti dei segnali tipici di quelle attrici dalla carriera promettente) che trasforma una scontata favola di sogni in un’immersione più profonda nello stato sognante delle cose della vita. Una piccola accortezza che però fa la differenza e schiude poco alla volta l’anima coinvolgente di una storia che in tutti i suo tanti cliché e dejà vu parla comunque di limiti e opportunità, di passato e presente, di sogni giovani e memorie adulte, e li mischia fino a farne un ritratto semplice ma toccante di vite vissute al margine della realtà e immerse in un incantamento, di cui la dimensione del reality si fa poi strumento e portavoce. E Infatti nel rapporto/confronto tra Violet e il suo mentore per caso Vlad si instaurerà una sorta di passaggio di consegne da un talento all’altro, da una generazione all’altra, in uno schema mosso comunque e sempre lungo il filo sottile a volta solido a volta arbitrario della passione. A un passo dal sogno ma a pieni mani in quella passionalità che sempre distingue tra fare qualcosa per necessità o dovere o vivere, invece, il proprio sogno.