Sul più bello: una ventata d'aria fresca alla Festa del Cinema di Roma

Marta (Ludovica Francesconi) ha 19 anni, una malattia genetica e due amici da cui non si separa mai, Federica e Jacopo. L'entrata in scena del bel Arturo Selva (Giuseppe Maggio) sconvolgerà gli equilibri e le routine di tutti. In arrivo nelle sale il 21 ottobre, dopo la calorosa accoglienza alla quindicesima Festa del Cinema di Roma, Sul più bello è una ventata d'aria fresca in un panorama cinematografico sempre meno propositivo e a tratti appannato.

La forza del progetto risiede innanzitutto nel gruppo di lavoro che gli ha dato forma e vita, tra cui spiccano numerosi esordienti. In primis la regista, la piemontese Alice Filippi, che confeziona un gioiello sulla falsariga de Il favoloso mondo di Amelie e dei capolavori di Wes Anderson - ai quali dice candidamente di essersi ispirata - trattando tematiche delicate e importanti con grande personalità. E la personalità è anche ciò che contraddistingue la protagonista e i suoi comprimari: Marta, Federica, Jacopo e Arturo sono giovani come tanti, alle prese con i classici problemi legati alla crescita, alla maturità, ad una presa di coscienza che talvolta spiazza. Ciascuno di loro è descritto con particolari che lo rendono unico, vero. Chi etichettato in un modo, chi in un altro, dimostrano tutti un carattere sfaccettato e capace di sorprendere.

L'identità è un tassello fondamentale del racconto, affrontata grazie alle vicissitudini in cui si trovano ad agire i ragazzi. Nello scambio e nel confronto emergono i tratti più intimi, quelli nascosti o problematici. Ed è proprio grazie all'incontro che si riesce a trovare la strada da seguire, che ci si libera di alcune costrizioni imposte e si inizia davvero a crescere. Il cambiamento fa parte della vita ed è la vita ciò che racconta Sul più bello.

Il messaggio che ne viene fuori è dei più semplici, belli e importanti: trovare il lato positivo anche quando sembra non essercene nemmeno un briciolo, non arrendersi alle avversità e tenere la testa alta, inseguire i sogni anche quelli impossibili, amare. Sì perché l'amore è in fondo al centro e alla base di tutto. Un sentimento talmente ampio e stratificato che la pellicola riesce a toccarne solo una piccola parte. Ma l'effetto è comunque travolgente. Una girandola di emozioni afferra lo spettatore dal primo all'ultimo minuto e se ne esce con una sensazione di meraviglia come forse si può provare solo da bambini.

Certo, sia chiaro che ci troviamo dinanzi a un prodotto per i più giovani, ma ciò non toglie che sia perfettamente pensato, costruito, realizzato.
La briosa e spesso geniale sceneggiatura di Roberto Proia e Michela Straniero, una base quanto mai piena di suggestioni, di spunti e di insegnamenti, porta poi all'omonimo romanzo di Eleonora Gaggero (emersa con Alex & co.).

Un plauso va agli interpreti: Ludovica Francesconi, alla sua primissima prova, è un concentrato di energia da cui è impensabile non restare colpiti; Gaja Masciale e Jozef Gjura sono una coppia spettacolare, bravissimi nel passarsi la palla e sostenersi a vicenda; Giuseppe Maggio possiede il giusto mix tra bellezza e sensibilità, e sa giocarci benissmo, senza arroganza ma con tanta naturalezza.

Ultime lodi alla colonna sonora, precisa nel restituire le emozioni e arricchita da quella perla che è il singolo di Alfa (Sul più bello), ai costumi e alla fotografia, che colorano letteralmente la scena.