Soledad: Sole, Baleno e il sogno anarchico della libertà

Presentato alla 13ma edizione della Festa del Cinema di Roma nella sezione autonoma Alice nella Città, Soledad racconta la vera storia di Maria Soledad Rosas: la giovane argentina che durante un viaggio in Italia incontrò l’amore, abbracciò gli ideali anarchici, lottò per la libertà e sperimentò sulla propria pelle il peso dell’ingiustizia. Prendendo spunto dal romanzo Amor y Anarquia di Martín Caparrós, la regista Agustina Macri, figlia primogenita dell'attuale Presidente dell’Argentina, fa rivivere sul grande schermo una vicenda che a fine anni ‘90 riempì le prime pagine di tutti i quotidiani del nostro Paese, un caso mediatico che contribuì definitivamente a demonizzare gli squatters torinesi di cui la ragazza di Buenos Aires era entrata a far parte.

Soledad, per gli amici Sole, arriva a Torino nel giugno 1997 e si trasferisce a vivere all'Asilo occupato di Via Alessandria dove conoscerà l’anarchico Edoardo “Baleno” Massari, con cui avrà un’intensa relazione amorosa, e un gruppo di ribelli anti-Sistema. Poco a poco la ragazza inizierà a interessarsi attivamente di politica e comincerà, insieme ai suoi nuovi compagni, a combattere contro la realizzazione della TAV in Val di Susa. Ma il 5 marzo 1998 verrà arrestata assieme al fidanzato e all’amico Silvano Pelissero. L’accusa rivolta dal Pm nei loro confronti sarà gravissima: partecipazione a banda armata, poi trasformata in associazione sovversiva…

L’intera opera d’esordio della Macri è volta a mostrare l’evoluzione interiore di Sole, in partenza una timida ragazza in conflitto con i suoi genitori, che spiccherà il volo seguendo in maniera viscerale le proprie emozioni. La regista, focalizzandosi forse eccessivamente sulla costruzione emotiva della protagonista, lascia purtroppo in secondo piano sia le battaglie contro il neoliberismo che furono alla base di questa drammatica storia, che le successive implicazioni giudiziarie che essa comportò. Mettere in scena l’esistenza di chi, come Sole, è diventata nel tempo un’icona del Movimento Anarchico non è impresa facile, e il film della Macri ne è la dimostrazione, ma non perché sia un lavoro scritto, diretto, o recitato male, anzi. Già, perché nonostante in Soledad si possano ammirare le grandi doti registiche della cineasta, una solida sceneggiatura e l’eccezionale talento di Vera Spinetta nel ruolo del personaggio principale, gli argomenti trattati in modo scarsamente incisivo sono: la rappresentazione del contesto sociale, un approfondimento sulla spinta rivoluzionaria dei gruppi anarchici, una maggior attenzione all’eco politico che in Italia ne seguì.

Il lavoro della Macri non sembra quindi andare al di là della descrizione, seppur perfetta e toccante, di una personalità giovane e ribelle e di una moderna storia che ricorda quella di Giulietta e Romeo. Soledad rimane comunque un film importante, un’opera che farà venire la voglia di correre a scoprire qualcosa in più su “Sole e Baleno”, sull’estremo gesto che alcuni compiono in nome della libertà, sui troppi tentativi di mischiare le carte da parte delle istituzioni e sull’attualissimo tema della TAV..