Skate Kitchen: il ritratto vibrante di un gruppo femminile di skaters in pieno divenire

Presentato nella sezione collaterale Alice nella città, durante la tredicesima edizione della Festa del Cinema di Roma, Skate Kitchen è la storia di Camille (Rachelle Vinberg), una diciottenne con la passione per lo skateboard e con una situazione familiare precaria alle spalle.

Perfettamente corrispondente a quello che da sempre sembra essere l'obiettivo principe della pregevole sezione per ragazzi della kermesse capitolina, Skate Kitchen rientra nel genere di film di formazione che vedono per protagonisti dei teenager alle prese con le prime difficoltà della vita. Non ci sono così grandi novità nella storia raccontata, attraversata dalle più classiche tematiche quali l'amicizia, l'amore, l'identità, ma non è per questo meno interssante anzi.

La particolarità della pellicola, scritta e diretta dalla newyorchese Crystal Moselle (nota per il documentario The Wolfpack, vincitore del Gran Premio della Giuria alla Mostra del Cinema di Venezia), sta nell'utilizzare uno sport, o meglio una vera e propria cultura metropolitana come quella dello skate, per andare a fondo nell'esistenza delle giovani protagoniste.

Ragazze in divenire, piene di grinta e di passione, che canalizzano tutte le loro energie ed aspettative in una tavola con quattro rotelle dalla quale non si separano mai, e che diviene una sorta di amuleto o coperta di Linus a seconda delle esigenze. A fare la forza del gruppo è appunto questa condivisione, questo legame che va oltre le  “semplici” convenzioni imposte dalla società, un legame capace di unire persone tra le più disparate e di portarle a vivere esperienze formanti indelebili ed fondamentali.

Camille è colei che veicola lo spettatore all'interno di tale mondo, fotografato con uno stile documentaristico e vibrante, che permette quasi di respirare e testare con mano la fatica, il sudore, la soddisfazione e la magia di acrobazie e performance nate sulla e con la strada.
Attraverso il reciproco rapporto tra le ragazze, ciascuna di loro, chi più e chi meno, arriva a scoprire qualcosa su se stessa, a mettersi alla prova e a comprendere ciò che conta davvero.

Nota a parte la merita la colonna sonora, perfetta nel dettare ritmi e stati d'animo; mentre la pecca riguarda (purtroppo o per fortuna?) solo il nostro bel paese, a causa di un doppiaggio alquanto disturbante.