Sing

Se trasmissione come X Factor o Italian’S Got Talent mietono grandi successi di pubblico, c’è da chiedersi come mai il filone non sia stato sfruttato anche cinematograficamente. E’ presto detto: si perderebbe l’effetto reality show.
Ma ovviamente la canzone mantiene i suo fascino, e chi non si è cimentato almeno una volta nel terribile rito del karaoke?

Gareth Jennings, uno che ha fatto un bel documentario sui R.EM., ha pensato bene, coadiuvato da quei geniacci che hanno dato vita ai Minions, di confezionare un film d’animazione che è anche uno show canoro e, badate bene, ci è riuscito benissimo.
Ora non so se è il “Sing” nel titolo –visto che quest’anno anche Sing Street è stata una piacevole sorpresa- o qualche altra strana alchimia, ma tutto gira benissimo.

In un mondo di animali antropomorfi, che tanto bene ha funzionato per Zootropolis, Buster Moon (un koala) è intenzionato a salvare il suo teatro ormai allo sbando e l’uovo di colombo sarà organizzare un epico show musicale di cantanti non professionisti, mettendo in palio un ricco premio, molto ricco… considerando che per errore l’attempata segretaria ci aggiunge svariati zeri.

Come in tutti i reality show che si rispettino, uno dei momenti topici è la selezione dei partecipanti, in cui avremo l’occasione di vedere dei veri cani, e non mi riferisco alla tipologia di animale, accanto a talenti cristallini. Dall’elefante timido fino al gorilla talentuoso, passando per la maialina casalinga e il topo dal super ego.

Sing funziona perché, sebbene costruito su un’ossatura decisamente classica e ovvia, ha della bella musica, molto bella, che non lascia indifferenti e porta a battere il tempo con i piedi e a dondolarsi in poltrona. Ci sono ben 85 brani, in versione originale, il che la dice lunga sulla cura nella realizzazione, saranno costati più i diritti musicali che la realizzazione effettiva del film.
Il film si muove a cavallo tra gli anni ante 2000, con le musiche, l’era d’oro dei teatri, per il look, e il mondo di oggi, per il contesto, con un non facile bilanciamento.
Il ritmo è sempre altissimo, tra battute, slapstick e brani musicali che spuntano un po’ ovunque, magari solo con un brevissimo refrain.

Sing è il film da vedere per recuperare il buon umore ed uscire in leggerezza.