Se son rose: Ma dai… ancora Pieraccioni

Ogni biennio (più o meno) l’italica penisola paga dazio… 1 fiorino!
O meglio esce un film di Leonardo Pieraccioni.
La sua voce narrante fuori campo che ci porta nella ridente toscana, piena di sorridenti toscanacci, tante belle donne e un finto giullare che va sempre a meta.
E quindi eccoci qui alle porte di dicembre con il nostro fiorino in mano…
Ma, sorpresa! Questa volta, seppur con la consueta voce fuori campo, il registro varia di un pochino, Leonardo diventa un po’ Bill Murray un po’ John Cusack e si rinnova, a modo suo.

Non c’è nessuna superlativa nuova donna che entra nell’orbita del nostro garzoncello toscano, nessuna straniera dal fascino esotico, ma una sequela di ex, più o meno agguerrite, che il Pieraccioni dovrà incontrare.
Un percorso a ostacoli, o a tappe, che dovrebbe portare, almeno secondo la figlia, a un rinnovamento interiore. Si parte da “48” (nomignolo dato in relazione al numero di neuroni), l’attuale titolare, fino alla fiamma del liceo, passando per l’ex moglie.

E’ chiaro che mezzo film lo fanno le ragazze che di volta in volta si alternano al fianco del “comico” toscano, nell’altra metà la fanno da padrone i teatrini e la battute dell’autore che seppur un po’ tirati (su tutti l’incontro con il Monsignore) qualche risata la strappano.
Alla fine ne esce la commediola leggera che tanto imperversa nello Stivale, meno peggio di altre ma soprattutto non evanescenti come le ultime prove di Pieraccioni che erano state più che dimenticabili.

Mai titolo fu più azzeccato dunque per questo rifiorire dell’erede di Nuti, e quindi se son rose…