Se c'è un aldilà sono fottuto: un vero e proprio atto d'amore nei confronti di Claudio Caligari
Presentato in concorso nella sezione Venezia Classici Documentari, Se c'è un aldilà sono fottuto è un vero e proprio atto d'amore verso uno dei più grandi cineasti che il nostro Paese abbia mai avuto. Un cineasta che amava ed ha amato la sua professione sino all'ultimo dei suoi respiri, che di cinema si è nutrito, crescendo nelle sue spire e studiandone ogni dettaglio.
Claudio Caligari è morto all'età di 67 anni, il 26 maggio 2015, dopo aver a lungo combattuto con la malattia che alla fine se l'è portato via. Ma sia chiaro, non si è mai arreso e, solo qualche giorno dopo aver chiuso definitivamente il suo ultimo film, si è spento in casa, con la madre al suo fianco.
Non essere cattivo diviene così una sorta di film testamento, capace di racchiudere tutte le suggestioni delle sue due precedenti pellicole (Amore tossico e L'odore della notte), che cita in maniera esplicita in alcune scene, e di svilupparle al fine di realizzare un'opera al passo con i tempi. È noto infatti quanto Caligari sia sempre stato interessato all'attualità, aggiornandosi costantemente ed impegnandosi anche in prima persona per le cause in cui credeva.
Ciò che sorprende e commuove, guardando il documentario, sono appunto questi elementi, intimi e personali, che vanno a comporre la personalità del cineasta, una personalità di una ricchezza ed una sensibilità impressionanti.
Valerio Mastandrea, "allievo" ed amico di Claudio, guida lo spettatore in questo viaggio unico, meraviglioso ed emozionante, prendendolo per mano e permettendogli di osservare l'opera del suo maestro attraverso i suoi stessi occhi. Come sul set si crea un'idiosincrasia difficile da spiegare a parole, spesso anche tra soggetti non apparentemente simili, così i cuori di chi è fuori e dentro lo schermo battono all'unisono, generando un'energia palpabile e piena di vita.
Le note che accompagnano le immagini e le voci di coloro - da Alessandro Borghi a Marco Risi, da Luca Marinelli a Paolo Vivaldi - che hanno avuto la fortuna, il privilegio, l'onore di aver conosciuto, lavorato o anche solo sfiorato la magnificenza di Caligari, danno l'ennesimo colpo di grazia, cosicché risulta impossibile (ed impensabile) restarne fuori.
Simone Isola e Fausto Trombetta fotografano il cineasta senza mai forzare la mano, ma lasciando invece che la sua figura emerga in maniera naturale e, proprio per questo, travolgente. La libertà espressiva, il coraggio, la rudezza, sono alcuni degli aspetti in primo piano, dietro cui si cela una grande volontà ed un desiderio di verità innato nel suo essere.
Non serve quindi conoscere a fondo la filmografia di Claudio Caligari, ne' esserne un fan, Se c'è un aldilà sono fottuto dona a chiunque la possibilità di sbirciare dietro le quinte e di rendersi conto dell'importanza di simili Artisti, capaci di parlare di vita nel senso più vero del termine. Ed è una possibilità da non lasciarsi sfuggire.