Sangue nella bocca: quando la passione (s)travolge il mondo della boxe
Gocce di sudore che scivolano sui muscoli in tensione, gocce di sangue che macchiano il ring su cui si combatte strenuamente per un titolo. Sono i dettagli spesso a rendere tutta la potenza e la suggestione che caratterizzano le pellicole sulla boxe. Sangue nella bocca non fa eccezione.
La storia di Ramon (Leonardo Sbaraglia) e Deborah (Eva De Dominici), sbocciata in maniera improvvisa e viscerale tra i sacchi di una palestra, si trasforma via via in qualcosa di più profondo: la passione che travolge i due, animalesca e quasi infantile, sfocia in un bisogno d'amore, che è anche un bisogno di sentirsi vivi, giovani, desiderati. Pur con esigenze diverse, dovute alle esperienze e alle esistenze pregresse, Ramon e Deborah riversano ogni frustrazione in questo rapporto, dimentichi di tutto ciò che gli gravita intorno e che inevitabilmente arriverà a chiedere il conto.
Spiriti affini, legati dalla passione per la boxe, i due si ritrovano a dover affrontare momenti difficili, a fronteggiare i dubbi e le paure che da sempre perseguitano l'essere umano, fallibile per natura. Ma trattandosi di pugili, di combattenti sino al midollo, daranno del filo da torcere a chiunque si frapporrà tra loro ed i rispettivi obiettivi.
La pellicola, scritta e diretta da Hernan Belon, gioca con i classici elementi del genere, sfoderando una fotografia satura e pregnante per dare corpo a questo mondo fatto di fatica ed istinto, al quale si mescola bene il lato melodrammatico della love story, sino all'ineludibile finale.
A fare il resto ci pensa il fascino, semplicemente esplosivo, dei due protagonisti.