Richard Jewell - Eastwood colpisce ancora

Se ai tempi dell’ispettore Callaghan qualcuno avesse profetizzato che il californiano a 90 anni sarebbe stato uno dei cineasti più influenti del secolo e con pure due Oscar, gli avrebbero riso in faccia. E invece…
…invece il vecchio repubblicano continua a macinare film come se niente fosse e non certo robaccia senza senso, che so… alla De Niro, ma film con cast pazzeschi realizzati alla vecchia maniera, si, ma di una solidità impressionante.

Niente movimenti di macchina pindarici, niente fotografia saturata o azione ipercinetica, c’è tanta gioventù per quello, ma storie che ricordano agli americani che il Paese del Sogno e anche quello pronto a lapidare, sfruttare, contraddirsi ed essere quello che dice di non voler essere.

Il tema di come la macchina della propaganda possa sfruttare e corrompere è molto caro al regista. Già in Flags of Our Fathers, aveva messo all’indice la questione.
Ora la ripropone in una veste più vicina allo spettatore, con la classica “macchina del fango”.
Quanto è più facile “tritare” un ingenuo ragazzo cicciottello, nemmeno troppo intelligente, piuttosto che affrontare la realtà?

Nel 1996 durante le Olimpiadi di Atlanta uno zaino bomba rischiò di fare una strage, evitata parzialmente dall’intervento tempestivo di una meticolosa, quasi maniacale, guardia giurata: Richard Jewell.
Immaginiamo la pressione sull’FBI per trovare i colpevoli. L’Autorità di fronte alla necessità di rassicurare tutto il mondo sull’efficienza del sistema americano. I media scatenati ed ecco così che l’eroe per un giorno, diventa improvvisamente il sospettato numero uno.
Messo alla berlina, cacciato dal lavoro, abbandonato da tutti, per Jewell quello che sarebbe potuto, anzi dovuto, essere un trampolino per il futuro, diventa una trappola verso l’abisso.

Eastwood non lesina veleno e non perdona nessuno per questo modo di fare superficiale, crudele e reiterato.
E’ chiaro che vorrebbe un’America diversa, pronta a prendersi le sue responsabilità. Un’America dai valori magari un po’ manierati (ma ha anche novant’anni che diamine), ma solidi, giusti… un po’ da Padre Fondatore probabilmente.