Remember
Sono stati molti negli ultimi anni i registi che hanno dedicato i loro lavori alla Seconda Guerra Mondiale e al nazismo, il fulcro centrale di queste opere è quasi sempre stato quell’orrore chiamato Olocausto. Atom Egoyan, con Remember, si distingue dai suoi colleghi perché non basa il suo film sulle atrocità subite dai deportati, ma mette in evidenza l’importanza della memoria in ogni suo aspetto.
Egoyan traccia la storia ai giorni nostri di Zev (Christopher Plummer), un quasi novantenne colpito da demenza senile che decide di vendicarsi del tenente tedesco che settant’anni prima, ad Aushwitz, aveva sterminato la sua famiglia. Il suo coetaneo Max (Martin Landau) lo aiuterà suggerendogli in una lunga lettera le giuste mosse per riuscire nell’ardua impresa.
Remember è un racconto intimo, triste, tenero e colmo di suspence, un film che fino agli ultimi minuti stringe lo spettatore in una spirale di tensione: una via di mezzo tra la geniale classicità di Hitchcock e la sconcertante inquietudine di Shyamalan. E, proprio come il regista indiano, Egoyan dissemina il suo film di indizi, quasi impossibili da notare, costruendo così un finale al cardiopalma.
La trama, che prende origine dal passato, grazie alla scelta di non ricorrere mai ai convenzionali flashback che avrebbero appesantito la visione, procede scorrevole come acqua di un ruscello: mossa vincente adottata dal regista per far sì che lo spettatore in sala non perda mai il filo del discorso né la dovuta attenzione. E’ vero che il personaggio di Zev sembri a volte non del tutto credibile, come è certo che alcune sequenze ricordino molto da vicino Memento di Christopher Nolan, ma poco importa, perché l’abilità di Egoyan nel calcolare alla perfezione le emozioni provocate è inestimabile. Il superbo utilizzo degli effetti sonori e dei brani musicali concorre inoltre a realizzare i momenti più toccanti del film, compensando piccoli “buchi” di sceneggiatura del tutto perdonabili.
Egoyan, con il suo stile asciutto e mai didascalico, mette egregiamente in scena l’angoscia per la memoria ormai persa e mostra come sia facile, a causa del trascorrere del tempo e degli eventi traumatici subiti nel passato, mutare i nostri ricordi. Remember, un film con una solida struttura e un’ottima fotografia, rappresenta una meravigliosa occasione per osservare l’enorme talento di Christopher Plummer, un attore che a 85 anni regala al pubblico un’interpretazione supportata da una tecnica sconvolgente. La camera da presa, soffermandosi spesso sui suoi occhi, evidenzia la notevole capacità espressiva dell’attore canadese che, in un batter di ciglia, riesce a passare da uno sguardo tagliente a uno smarrito: un’ondata di emozioni da pelle d’oca. E non da meno è il fantastico ottantasettenne Martin Landau, vero deus ex machina del film: se la mente di Zev inizia a perder colpi… la sua è affilata come uno stiletto.
Per il regista di origini armene, ricordare è un obbligo e, per quanto doloroso possa risultare - per se stessi e per gli altri - è uno sforzo da compiere ogni giorno: un impegno indispensabile per riportare a galla i nostri errori e le nostre responsabilità.