Red Joan: ispirato a fatti realmente accaduti e basato sul romanzo La ragazza del KGB, la storia di una spia in bilico tra passione e morale

Ispirato ad eventi realmente accaduti e basato sul romanzo di Jennie Rooney, La ragazza del KGB, Red Joan è la storia di Joan Stanley (Judi Dench), un'ottantacinquene che vive in un piccolo e piacevole sobborgo di Londra, fino al giorno in cui piombano in casa sua degli agenti dell'MI5, incaricati di arrestarla, con ben 27 capi di accusa a suo carico.

Diretta da Trevor Nunn, esperto in ambito teatrale (sue sono le produzioni londinesi de I Miserabili e Nicholas Nickleby, ed è stato il più giovane direttore artistico della Royal Shakespeare Company), la pellicola si muove su un doppio binario, quello della contemporaneità (o quasi, essendo a inizio 2000) e quello del passato, da cui la protagonista pesca ricordi che vanno a comporre quell'emblematico e misterioso puzzle che è la sua vita. Tale scelta si potrebbe spiegare con l'idea di mantenere alta l'attenzione del pubblico, creando un ritmo frammentato ma sostenuto, eppure il modo in cui si costruisce l'alternanza spezza talvolta la fluidità e risulta macchinoso, ostacolando invece che agevolare. La causa è forse da rintracciarsi nella pregressa esperienza del regista, che pensa di sfruttare alcuni fondamentali del palcoscenico in un mezzo quale il cinema che non richiede simili escamotage, soprattutto non in presenza di una storia ricca ed interessante come questa.

La figura di Joan ne esce quindi, in qualche modo, banalizzata (complice anche un doppiaggio italiano che toglie almeno il 40% dell'intensità alle interpretazioni), cosicché sembra di assistere ad  biopic fatto su commissione, quasi televisivo nella struttura e nella narrazione, didascalico e privo di un reale appiglio emotivo.

Tra Il debito e The imitation game (sebbene il film sia nettamente inferiore ad entrambi), Red Joan fotografa lo spaccato di un'epoca e di una società, che va dal 1938 alla fine della guerra, dove hanno preso forma e corpo politiche e dilemmi etici che hanno attraversato l'umanità intera, segnandola per sempre. Ecco allora che Joan diviene la cartina tornasole di quanto accade: da un lato la scienza, o meglio la purezza della scienza, che non chiede nulla più che di essere studiata con una curiosità tutta infantile, viscerale, appassionata; dall'altro la responsabilità degli adulti, il dovere, l'ideale di bene superiore che spesso richiede uno scendere a compromessi inaccettabili dalla propria coscienza. Nel mezzo si trova la ferrea volontà della donna a capire le cose, a far parte del cambiamento, in vista di un mondo migliore, più giusto, equo, sullo sfondo di una guerra che mescola le carte in gioco, facendo della segretezza e del mentire i princìpi cardine, in cui alla fine non ci sono vincitori ma solo vinti.