Qua la zampa! Il senso della vita secondo i cani
Recita il detto che non c'è due senza tre: e fresco di stagione arriva Qua la zampa! di Lasse Hallström, terzo film sui cani dopo La mia vita a quattro zampe e Hachiko - Il tuo migliore amico. Fazzoletti pronti anche questa volta perché si piange eccome, grandi e piccoli. Se poi avete un cane o lo avete avuto in passato ed ora non c'è più, verserete lacrime a fiumi.
Perché l'amore incondizionato di un cane è unico e il legame con i padroni è indissolubile. Bailey ne sa qualcosa: proprio lui, infatti, un retriever rosso salvato da Ethan e dalla sua mamma dopo essere stato lasciato chiuso in un furgone, al caldo (non fatelo mai, i vostri animali rischiano la disidratazione e la morte, lenta e atroce), si interroga per tutta la sua esistenza sul suo scopo. Che sia divertirsi? Certamente. E con Ethan che gli lancia il pallone da rugby e gli insegna i vari comandi, il divertimento è assicurato. Mangiare e dormire? Assolutamente: se poi i nonni di Ethan ti allungano la pancetta e il tuo padroncino ti fa dormire sul letto, meglio ancora. Consolare? Anche. Perché i cani avvertono dall'odore degli umani i loro stati d'animo di tristezza, eccitazione, paura, gioia.
Bailey è l'amico inseparabile di Ethan, lo accompagna ovunque, segue le sue partite di football e fa compagnia a lui e alla sua ragazza, Hannah, durante le passeggiate vicino al fiume. E quando diventa vecchio e si ammala, si reincarna in un cane poliziotto bravissimo a rintracciare armi e persone rapite. Poi, ancora, diventa un adorabile corgi che cresce con la sua padrona Maya e la vede metter su famiglia. Ed infine torna in vita con le sembianze di un meraviglioso incrocio tra un San Bernardo e un Pastore australiano: un colosso di cane dal muso espressivo e dagli occhi vivaci che l'addestratore Mark Forbes ha salvato da uno zoo giapponese che non voleva i cuccioli nati da due diverse razze dopo una notturna fuga d'amore.
Vive tante vite Bailey e conosce tanti padroni ma quello che più gli è rimasto nel cuore è Ethan. E il suo scopo ora è quello di ritrovarlo e farsi riconoscere da lui.
Non del tutto nuovo come argomento, basti pensare a Fluke o al recente Una vita da gatto, in cui due padri si reincarnano nei corpi di due animali di famiglia, ma quando ci sono di mezzo gli animali, la narrazione acquista un ché di magico e automaticamente commovente. Attraverso i suoi occhi, e anche attraverso il suo buffo tartufo – il naso dei cani si chiama così – seguiamo la vita di Bailey tra giochi, scodelle piene di cibo e riflessioni esistenziali. In un film che con grazia e delicatezza rende omaggio a quella meravigliosa creatura che è il cane.
Girato nella regione di Manitoba, in Canada, Qua la zampa è tratto dal romanzo Dalla parte di Bailey, una storia per umani di W. Bruce Cameron ed è una tenera storia per famiglie che commuoverà genitori e figli. Oltre a raccontare la vicenda di un cane e del suo individuare lo scopo della sua esistenza, Qua la zampa percorre cinque decenni, dagli anni '60 ai giorni nostri, facendo appello, di volta in volta a successi dell'epoca tra cui Hey Baby di Bruce Channel, How deep is your love dei Bee Gees – che fa da sfondo alla spassosa scena in cui il corgi Tino si infatua di una enorme cagnona di nome Roxy - e Take on me degli A-ha.
Avvalendosi di una splendida fotografia, il film di Hallström ricorre efficacemente a primi, primissimi piani e dettagli per sottolineare il più possibile l'intento di narrare la vicenda attraverso lo sguardo dei quadrupedi. E la sua regia impeccabile fa sì che i pensieri di Bailey e le vicende dei suoi compagni umani risultino fortemente realistici.
Gradevole, tenero, spassoso: il nuovo film del regista svedese offre un punto di vista originale e regala una storia suggestiva, toccante e divertente al tempo stesso. Verità e bellezza sono due aspetti racchiusi nel piccolo gioiellino di Hallström: film per una ristretta élite che saprà apprezzarne le intrinseche qualità, Qua la zampa intrattiene piacevolmente, commuovendo a più riprese.
Tra campi lunghi degli sterminati prati su cui corre felice Bailey e soggettive delle sue narici attente a captare odori e profumi, il film, alla fine, svela qual è lo scopo di un cane: “Trova qualcuno da salvare, lecca quelli che ami. L'importante è che tu ci sia”.
L'unica vera pecca, spiace dirlo, è il doppiaggio: perché se è vero che Jerry Scotti è stato scelto per la familiarità che suscita nel pubblico italiano, il suo seppur lieve accento milanese serpeggia tra un pensiero e l'altro di Bailey, rendendo il tutto meno naturale e spontaneo. Piccolo prezzo da pagare per un film fatto col cuore che sostiene l'OIPA, Organizzazione Internazione Protezione Animali, nella lotta al randagismo, fenomeno tristemente noto soprattutto nel centro e sud Italia.
La buona occasione per vedere tanti bei cani in azione, per divertirsi con le loro marachelle, ammirare i vasti paesaggi canadesi e scoprire, insieme al peloso protagonista, qual è il senso della vita.