Promises, le promesse non mantenute di Pierfrancesco Favino
L'autrice Amanda Sthers torna nuovamente dietro la macchina da presa e porta sul grande schermo il suo stesso Promises, riadattato per il cinema: epopea di un amore travolgente, mai vissuto per colpa del destino avverso. Pierfrancesco Favino e Kelly Reilly sono Sandro e Laura, i protagonisti di questa lunga, contorta e infinita storia d'amore: si incontrano, si allontanano, si ritrovano, si osservano. Flirtano e si desiderano ma lui è sposato ed ha una figlia mentre lei sta per salire all'altare. Anche agli amici più cari di Sandro è chiaro che lei è la sua anima gemella ma il fato è beffardo, piazza ostacoli di ogni genere proprio quando i due innamorati potrebbero finalmente coronare la loro unione.
Ecco quindi che l'immagine della coppia che avanza, con i volti provati dalla consapevolezza di un amore impossibile, apre e chiude il film, raccontando, nel mezzo, la nascita, la crescita e la morte di un sentimento.
Ma Promises non è solo un dramma sentimentale: è una storia di amicizia, è la storia di un legame familiare che incede tra sofferenza, ricordi, doveri. Il tutto visto, vissuto e raccontato attraverso il giovanissimo Alexander, così chiamato dalla mamma inglese, mentre il papà, italiano, lo chiama semplicemente Sandro; la Sthers racconta il suo intero ciclo vitale, dall'infanzia all'adolescenza, fino all'età adulta e alla vecchiaia. Al fianco di Favino, nel ruolo del nonno, figura imponente ma anche prepotente, niente meno che Jean Reno. Completano invece il trio di amici Deepak Verma e Kris Marshall che, con i rispettivi personaggi, donano quel tocco di stravaganza e misurata leggerezza e sfacciataggine che a Sandro, con tutto il suo bagaglio di dolore, sembrano mancare.
Prendendo spunto dal romanzo di Proust, Alla ricerca del tempo perduto, l'intero film – una produzione italo-francese – è un concatenarsi continuo di passato e presente. La vita del protagonista ci viene raccontata attraverso continui flashback che ne spiegano la sua sofferenza più intima e il suo essere. Ambientato tra Londra e lo splendido Castello Odescalchi di Ladispoli, con una breve puntatina romana, il film è interessante perché, complici la splendida fotografia di Marco Graziaplena e la altrettanto bellissima colonna sonora di Andrea Laszlo De Simone – fatta di brani dal sapore nostalgico – non solo racconta la storia di una famiglia, di un amore e di una lunga amicizia, ma ripercorre svariati decenni di storia, scanditi da partite di calcio che hanno ogni volta un vincitore diverso, sia esso la Germania, la Francia o l'Arsenal.
Se dal punto di vista stilistico il film risulta molto accattivante grazie al ricorso a lenti particolari, alle riprese attraverso uno specchio e ai continui giochi di luce e ombra che caricano le immagini di angoscia, intensità e senso di attesa, anche il soffermarsi, come detto, sul legame indissolubile di presente e passato, ne fa l'occasione per riflettere su quanto essi indichino “il desiderio – attraverso la nostalgia – di tuffarsi senza preavviso nel futuro”.
Interessante dunque, coinvolgente nonostante un finale che sembra stiracchiarsi all'infinito e nonostante manchi la vera e propria concretizzazione della passione dirompente narrata di cui, in tutta onestà, avremmo voluto vedere qualche scena, anche audace, perché no!
Si potrebbe definire bonariamente un polpettone melenso pertanto, chi non ama il genere, potrà comodamente recuperarlo al primo passaggio in tv; chi invece ha voglia di tuffarsi in un'epopea romantica e drammatica, potrà godersi un ottimo cast alle prese con l'eterno ballo di passato e presente.
Dal prossimo 18 Novembre nelle sale italiane, Promises, ovvero tutte le promesse non mantenute del protagonista, tutti i suoi rimpianti. Perché come dice Kelly Reilly, “Così è la vita: nel bene e nel male, non abbiamo mai quello che vogliamo”.