Prima di domani: una versione adolescenziale di "Ricomincio da capo" sul valore delle scelte
L'adolescenza non è un periodo facile: pensierino banale che assume tutta un'altra valenza quando ci stiamo dentro e non vediamo l'ora che finisca. Immaginiamo che non finisca e pensiamo a come sarebbe un'adolescenza senza fine. L'idea sembra già piuttosto spaventosa per ogni adolescente che non vede l'ora di iniziare la vita “vera”. Supponiamo poi che una singola giornata non finisca mai e che siamo costretti a riviverla giorno dopo giorno, conservando la memoria di ogni singola ripetizione. La conseguenza è l'incubo in cui si trova Samantha, la giovanissima protagonista di Prima di domani.
A volte, di fronte alla visione di una determinata pellicola esiste un discrimine: aver visto o no un altro film che trattava lo stesso tema (la ripetizione temporale). Se il film precedente è diventato un classico poi, l'eredità diventa davvero pesante. In breve, aver visto o no Ricomincio da capo di Harold Ramis, commedia del 1993 basata sulla ripetizione del “giorno della marmotta”. Anche il film tratto dal romanzo di Lauren Oliver “E finalmente ti dirò addio” si basa sulla ripetizione di una giornata, il “giorno dei cupidi”, una specie di prologo al giorno di San Valentino. A prima vista è curioso che entrambe le pellicole siano ambientate a febbraio, ma non si potrebbe immaginare periodo migliore di un mese di 28 giorni che, “a sorpresa”, ogni quattro anni ha un giorno in più.
Si potrebbe pensare che il ruvido reporter disincantato del giorno della marmotta e un'adolescente molto popolare nel giorno dei cupidi non abbiano alcuna somiglianza, e invece è sorprendente notare che entrambi hanno un punto in comune: la perdita di sensibilità rispetto alla vita. Tutti e due hanno perso la capacità di sentire sé stessi e gli altri, e in fondo non c'è differenza tra una serie di giorni vissuti in modo inconsapevole e un solo giorno ripetuto, in cui almeno la ciclicità si mostra nella sua devastante evidenza.
La sceneggiatrice Maria Maggenti ha dichiarato apertamente di aver avuto Ricomincio da capo come importante punto di riferimento in sede di adattamento del romanzo. La sua sfida è stata trattare il tema della ripetizione senza essere “ripetitivi”. Una volta capito il sistema, lo spettatore sa cosa aspettarsi e il rischio è molto concreto. Inoltre, il film di Russo-Young, non ha dalla sua l'arma delle comicità di un Harold Ramis, che era in grado di rendere sempre sorprendente anche l'evento più visto. La ragione è semplice: la ripetizione è una delle armi della comicità che, come un limone, può essere spremuta fino all'ultima goccia. Nel caso di un teen-drama, la strada verso la depressione diventa un rischio reale. La sceneggiatrice ha cercato di ridurre il rischio al minimo affidandosi a quello che lo spettatore già conosce per mostrare più strade parallele e cercando di sovrapporle il meno possibile. Questa strada è stata probabilmente la migliore.
Per certi versi Prima di domani è molto più simile a un film per la TV del 1990, 12:01 PM (precursore di Ricomincio da capo) che nella maniera radicale che è propria di forme narrative più brevi, vedeva il protagonista Kurtwood Smith, bloccato nella stessa ora, alla ricerca di un modo per rompere quel ciclo infinito (reso ancora più drammatico dalla brevità di una sola ora), anche con l'aiuto di uno scienziato studioso di paradossi temporali. Anche Samantha cerca nella sua giornata un modo per rompere lo schema temporale e la chiave sta proprio nella possibilità di scegliere di non accettare il ruolo imposto. Quello che emerge è un ritratto dell'adolescenza impietoso, che mostra come quell'età non sia altro che un atroce conformismo mascherato da ribellione, vissuto nella più totale mancanza di empatia nei confronti dei più deboli e dei più emarginati.
Dunque un film che avrà un certo fascino su chi ama contorcersi a livello mentale sulle tematiche del tempo, ma che risuonerà maggiormente su chi sta effettivamente vivendo quella età di passaggio così difficile e così “infinita” nel suo scorrere contemporaneamente così dolce e insopportabile.